“Oggi è il 31 maggio. Il virus, dal punto di vista clinico, non esiste più”. È la frase pronunciata dal direttore della Terapia intensiva del San Raffaele, Alberto Zangrillo, un anno fa. Oggi, intervistato a l’Aria che Tira, su La7, l’esperto ha rivendicato quelle parole: “Non sono stato per nulla audace, ho semplicemente fotografato la realtà. Il clinico fotografa la realtà”, ha specificato rispondendo a una domanda della conduttrice Myrta Merlino. “Un anno dopo non mi rimangio una virgola, quella frase è stata oggetto di speculazione da parte di tristi personaggi in cerca di una ribalta – ha continuato – E se mi chiede cosa accade oggi, oggi accade esattamente quello che è accaduto un anno fa, con la differenza che abbiamo un presidio fondamentale come i vaccini. Ma non dobbiamo dimenticarci una cosa fondamentale: la cura sul territorio”.

Poi Zangrillo ha parlato anche dell’uso della mascherina, in particolare all’aperto: “Quando io sono in montagna su un sentiero e vedo una persona in lontananza con la mascherina penso che stia sviluppando una patologia psichiatrica – ha evidenziato – Quando entra in banca, in farmacia, al lavoro, mettiamo la mascherina, altrimenti no. È la differenza tra l’essere un popolo di beoti e un popolo di persone responsabili”.

Articolo Precedente

Muore 12 ore dopo il vaccino, il fratello: “Abbiamo chiesto autopsia e nomineremo perito, ma io mi vaccinerò il 6 giugno”

next
Articolo Successivo

Con la pandemia aumentano i fumatori: dal gennaio 2020 oltre un milione di tabagisti in più. “Ruolo chiave delle sigarette elettroniche”

next