“Recovery? Non è facile spendere bene, la progettazione è anche un problema tecnico-scientifico. Dobbiamo pensare le soluzioni giuste, migliori e più efficaci, da un lato, il secondo problema è che, una volta che le abbiamo pensate e abbiamo fatto un piano, bisogna avere anche un modello di sviluppo burocratico e amministrativo che consenta di mettere a terra i progetti e farli nei tempi previsti”, così il ministro della Transizione Energetica, Roberto Cingolani, intervenendo a Sky Tg24 per l’Earth Day . “Il complesso di norme e regole e il modo in cui queste vengono applicate, la sequenza che bisogna fare per arrivare a un’autorizzazione, è una sequenza molto complessa – spiega ancora il ministro – Nella maggior parte dei casi impiega da 1000 a 2000 giorni, questi tempi sono incompatibili con la transizione ecologica. Ecco perché ho parlato di transizione burocratica. Se ci metto 2000 giorni a fare un processo, la transizione ecologica deve aspettare 2000 giorni”.

Nel corso dell’intervista a Sky, cingolani spiega anche che la burocrazia non può vincere sulla transizione ecologica, ed è molto chiaro sul percorso che sta portando avanti in parallelo nel suo ministero, insieme con la semplificazione dei processi: “Nessuno dica che non si è fatta la transizione perché ha vinto la burocrazia – spiega – Se la burocrazia non ci permette di realizzare i progetti, la transizione ecologica ce la scordiamo”.

Il gruppo Sky a novembre sarà Principal Partner e Media Partner del vertice internazionale sul cambiamento climatico COP26, la conferenza delle Nazioni Unite.

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