Stamattina 6,6 milioni (su un totale di 8,5 milioni) di bambini e ragazzi delle scuole statali e paritarie di ogni ordine e grado tornano a scuola. Nella maggior parte delle Regioni (solo quattro restano in zona rossa) gli alunni rientrano in classe fino alla terza media mentre alla secondaria di secondo grado l’attività didattica in presenza è garantita ad almeno il 50 per cento e fino ad un massimo del 75 per cento della popolazione studentesca. In sostanza otto allievi su dieci ricominciano le lezione in presenza. A casa, a fare lezione con la didattica a distanza, secondo l’analisi della rivista specializzata “Tuttoscuola” restano quasi due milioni di ragazzi.

A fare un passo avanti retrocedendo da fascia rossa ad arancione sono la Lombardia, il Piemonte e la Toscana mentre va segnalato il fatto che la Sardegna dopo aver trascorso qualche settimana in zona bianca ora si è ricolorata di rosso mandando tutti i suoi studenti di nuovo a casa. Il premier Mario Draghi ha fissato l’obiettivo di garantire l’apertura delle scuole per tutti gli studenti almeno per l’ultimo mese. E a meno di sessanta giorni dalla fine delle lezioni l’obiettivo è vicino: raggiunto per i bambini della scuola dell’infanzia e primaria (100%); a un passo per gli alunni della scuola media (87%) ma ancora lontano per i ragazzi delle superiori (solo il 38% in classe, con la consueta alternanza del 50% nelle regioni in cui è consentito). Complessivamente si ritorna ai dati del febbraio scorso quando in presenza si erano sfiorati i sette milioni in classe.

Una fotografia che non è solo la conseguenza del Decreto Legge 44 che ha consentito il rientro a scuola anche nelle zone rosse dei bambini della scuola dell’infanzia, degli alunni di primaria e di quelli del primo anno di secondaria di primo grado. Va registrato il miglioramento dei dati del contagio che ha consentito a quasi tutte le Regioni di rientrare o confermarsi in zona arancione. Per chi è in questa fasica la percentuale di alunni in presenza oscilla infatti tra l’81% e l’86%, mentre nelle quattro in zona rossa si ferma al 51%. Anche il quadro sul territorio si fa quindi più omogeneo. Secondo le elaborazioni di “Tuttoscuola” gli alunni in presenza raggiungono l’84% al Nord, l’83% al Centro, il 76% nelle Isole (con un calo dovuto alla Sardegna), mentre non vanno oltre il 60% nelle regioni del Sud. Andando a vedere i dati con la lente d’ingrandimento scopriamo che da oggi alla scuola dell’infanzia ci sono 1.393.010 (il 100%); alla primaria 2.605.865 alunni (il 100%); alle medie 1.485.028 alunni (86,7%) e parzialmente in alternanza al 50% 1.074.632 studenti delle superiori (il 38,5%).

Ecco la mappa Regione per Regione

In Lombardia, nelle Province autonome di Trento e Bolzano, in Veneto, in Friuli Venezia Giulia, in Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Lazio, Basilicata, Calabria e Calabria passate totalmente in zona arancione si va tutti a scuola in presenza fino alla terza media. Alle superiori lezioni in aula dal 50% minimo al 75% massimo.

In Piemonte la provincia di Cuneo restano rossa per qualche giorno (il termine fissato è metà settimana) e in questo caso dalla seconda media i ragazzi passano in didattica a distanza.

Stessa cosa in Toscana dove nelle province di Firenze e Prato, oltre ai comuni di San Miniato, Montopoli Valdarno, Santa Croce sull’Arno, Castelfranco di Sotto, Poggibonsi, San Gimignano, Colle Val d’Elsa, Casole d’Elsa, Radicondoli, sono ancora in rosso.

Non andranno a scuola nemmeno tutti gli allievi della Sicilia visto che l’intera provincia di Palermo ha ancora il massimo delle restrizioni.

In zona rossa totale, invece, restano la Valle d’Aosta, la Campania, la Puglia e la Sardegna.

Da segnalare il caso clamoroso della Sardegna che in poco tempo è passata dal bianco (unica regione in Italia) all’arancione e da lunedì in rosso con 63 mila alunni di seconda e terza media e delle superiori lasceranno le aule e si collegheranno da casa.

Infine resta la questione Puglia dove resta in vigore l’ordinanza firmata dal Governatore Michele Emiliano che prevede la scuola “a richiesta”, ovvero la didattica a distanza per chi, pur potendo, non vuole andare a scuola. La scelta del Governo pugliese sta facendo molto discutere. In settimana l’associazione nazionale presidi regionale ha diffuso i risultati di un sondaggio sulla frequenza scolastica: su 124 scuole del primo ciclo, cui sono iscritti un totale di quasi 90mila alunni nella scuola dell’infanzia c’è il 55,1% di presenza; nella scuola primaria il 63,7%; nelle classi di prima media il 31,2%.

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