Sono 230.476 le domande per il contributo a fondo perduto una tantum previsto dal decreto Sostegni ricevute dall’Agenzia delle entrate alle 18 di martedì, primo giorno in cui era possibile fare domanda. Ne sono arrivate 550 al minuto, “senza rallentamenti”, sottolinea l’Agenzia. Non è un clic day: il modulo, scaricabile dal sito, può essere presentato online entro il 28 maggio. Si riceve subito una ricevuta che attesta la presa in carico. Poi, fatti i primi controlli, l’Agenzia comunicherà nell’area riservata del portale Fatture e corrispettivi l’invio del mandato di pagamento o il rigetto, nel caso non ci siano i requisiti. Cioè aver conseguito nel 2019 ricavi o compensi non superiori a 10 milioni di euro e aver registrato nel 2020 un calo mensile medio del fatturato e dei corrispettivi rispetto al 2019 di almeno il 30%.

L’ammontare dei nuovi sostegni va da un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche (2.000 per le giuridiche) a un massimo di 150mila euro. Il contributo sarà pari al 60% della perdita media mensile subìta tra 2020 e 2019 per chi nel 2019 abbia fatturato fino a 100.000 euro, 50% tra 101mila e 400mila, 40% tra 400.001 e 1 milione, 30% da 1.000.001 a 5 milioni e 20% tra 5.000.001 e 10 milioni. La cifra totale stanziata è di 11 miliardi a valere sui 32 miliardi dello scostamento di bilancio chiesto dal governo Conte 2 e lasciato in “eredità” a Draghi. Rispetto ai ristori dello scorso anno, la platea dei beneficiari si allarga perché scompare il criterio del codice Ateco: tutti coloro che hanno perso almeno il 30% rispetto al 2019 avranno una boccata di ossigeno. Oltre che a partite Iva e professionisti, il contributo spetta anche agli enti non commerciali. Sono invece esclusi i soggetti la cui attività risulti cessata al 23 marzo o che abbiano attivato la partita Iva successivamente.

Il risultato è che la cifra media si fermerà a 3.700 euro e i contributi non supereranno in nessun caso il 5% della perdita subita. Come calcolato da ilfattoquotidiano.it, solo chi nel 2020 ha visto il giro d’affari calare moltissimo – almeno del 65% – riceverà un contributo più alto rispetto ai ristori incassati lo scorso novembre. Chi ha perso “solo” il 50% prenderà di meno. Così come discoteche e locali notturni, nonostante siano uno dei comparti più colpiti: lo scorso novembre erano stati favoriti, ricevendo il 400% dell’aiuto preso in estate, mentre ora per loro non ci sono maggiorazioni. Quanto ai tempi, il premier Mario Draghi ha promesso che i primi accrediti partiranno dall’8 aprile. Chi riceve l’aiuto senza averne diritto non solo dovrà restituirlo versando una sanzione dal 100 al 200% del contributo stesso, ma rischia anche una sanzione amministrativa fino a tre volte la somma percepita e la reclusione da 6 mesi a tre anni nei casi in cui la cifra sia superiore a 4mila euro.

Nelle prossime settimane, in parallelo con la presentazione del Documento di economia e finanza, il governo chiederà un ulteriore scostamento di bilancio per finanziare nuovi aiuti. Che questa volta potrebbero essere differenziati, privilegiando le attività che hanno più sofferto per le restrizioni anti covid.

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