La sua campagna vaccinale è riconosciuta come la più efficiente e meglio organizzata al mondo e la velocità nella somministrazione delle dosi – pagate più del doppio rispetto all’Europa per assicurarsele prima – sta permettendo a Israele di riaprire gradualmente e in sicurezza teatri e ristoranti, dopo ben tre lockdown. I risultati per il premier Benyamin Netanyahu sono evidenti: Israele, ha detto in un’intervista a Fox News, “è il primo paese al mondo a emergere dal Covid“. “Attenzione – ha aggiunto – non penso che ne siamo fuori completamente. Dovremo indossare la mascherina ancora per un po’ di tempo. Ma la pandemia è dietro di noi”.

Il premier, che si è vaccinato a favor di telecamera lo scorso 20 dicembre, ha ricordato anche che il ‘Green Pass’, la certificazione che attesta l’immunità da vaccino o da guarigione da Covid-19, “si può andare al ristorante, nei teatri, agli eventi sportivi. Questo è. Ne stiamo uscendo”. Sono 4.859.948 le persone che finora hanno ricevuto la prima dose (oltre la metà dell’intera popolazione), e di questi 3.576.379 hanno avuto anche la seconda. Secondo il professore Eran Segal del Weizmann Institute, circa l’87% di tutti gli israeliani over 16 – e che non sono né ebrei ortodossi, né arabi – hanno ricevuto almeno una inoculazione. Gli ortodossi sono invece al 72% mentre gli arabi israeliani più indietro, al 64%.

Il mantenimento delle misure anti-contagio, che includono mascherine e distanziamento, era stato specificato anche da autorità ed esperti sanitari, che in un briefing via zoom hanno ribadito che l’immunità di gregge non può essere raggiunta al momento, visto che il 30% della popolazione di Israele che è under 16 non può ricevere le iniezioni del farmaco. Studi sono in corso per capire se sarà possibile o meno.

Intanto i dati continuano a esaltare i risultati della campagna vaccinale: per la prima volta da dicembre scorso il numero dei casi gravi di Covid in Israele è sceso sotto i 700 confermando così un andamento positivo. Le nuove infezioni registrate nelle ultime 24 ore sono 4.143 (su 82.670 tamponi), i casi gravi 699 e di questi 224 in ventilazione. Almeno il 50,1% delle nuove diagnosi positive riguardano adolescenti e bambini e solo il 5,4% gli over 60: dato che indica – hanno osservato gli esperti – l’efficacia della vaccinazione. Le vittime – da inizio pandemia – sono arrivate a 5.815. Il fattore R (che indica la capacità di infettare per ogni singolo positivo) è sotto l’1 (0.99). Intanto prosegue la campagna vaccinale di massa a partire dai 16 anni di età.

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