Proprio nella Giornata della Memoria durante la seduta del consiglio comunale di Cogoleto, provincia di Genova, i tre consiglieri di centrodestra al momento di una votazione hanno alzato il braccio teso nel saluto romano. Un gesto testimoniato dalle immagini che riprendevano la seduta e denunciato su Facebook dal sindaco della città, Paolo Bruzzone, che ha parlato di un “grave episodio” che è stato compiuto “ripetutamente“. Ad esibirsi nel saluto fascista sono stati Francesco Biamonti, candidato alle ultime elezioni regionali in Liguria con la Lega, Valeria Amadei, considerata vicina a Fratelli d’Italia, e Mauro Siri, il candidato indipendente sconfitto alle ultime comunali.

“Mi preme condannare con forza tale gesto – afferma Bruzzone – appartenente alla simbologia fascista, che evoca valori politici di intolleranza, odio e discriminazione razziale. La nostra Cogoleto ha sempre difeso in maniera salda i valori antifascisti presenti nella Costituzione e mai, fino ad oggi, i dibattiti politici si erano dimostrati così estremi. Sono pertanto convinto che quanto accaduto ieri (27 gennaio, ndr) non possa e non debba passare inosservato“. Gesti che per il sindaco “sono da stigmatizzare aspramente, ancor di più se commessi da rappresentati delle istituzioni, in giornate così importanti e cariche di significato, come quella della Memoria, e dai banchi di una sala consiliare intitolata a Sandro Pertini“.

“Ecco un esempio di quelli con cui non si potrà mai governare”, ha affermato il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. È tutto il Partito Democratico a condannare il gesto: “Un’offesa alla Memoria, alla Costituzione, a chi fu sterminato, a chi diede la vita per consentire a tutte e a tutti, anche a voi, di poter sedere in un consiglio comunale. Non esistono scuse. Non esistono giustificazioni. Esiste solo una possibilità: le dimissioni”, scrivono i dem. La condanna è arrivata anche dal governatore della Liguria, Giovanni Toti, che sui social ha scritto: “Quello che è accaduto a Cogoleto non è tollerabile e va condannato, senza se e senza ma. I consiglieri che durante il Consiglio comunale hanno fatto il saluto romano oltre a commettere un reato, hanno offeso nel giorno della Memoria tutte le vittime della follia criminale nazifascista. Da presidente di Regione ritengo che nessuno debba permettersi comportamenti simili, a maggior ragione i rappresentanti delle istituzioni, in nessuna giornata, non solo in quella della Memoria. Bene ha fatto il sindaco Paolo Bruzzone a condannare prontamente e condivido le sue parole dalla prima all’ultima”, ha sottolineato Toti.

Il primo cittadino di Cogoleto a LaPresse ha poi spiegato che sta valutando la richiesta di dimissioni, dopo aver rivisto il video in cui “alla richiesta di scuse, queste non ci sono state”. Intanto i consiglieri dei gruppi Sansa Presidente, Linea Condivisa, M5S e Pd in Regione Liguria hanno inviato un esposto al prefetto di Genova Carmen Perrotta per fare luce sul caso. “Un gesto grave perché avvenuto proprio nel giorno del ricordo delle vittime della Shoah e contrario a quanto stabilito dalla Costituzione. Condanniamo con forza il gesto. Abbiamo inviato un esposto – concludono i gruppi – chiediamo al Prefetto di intervenire nei confronti dei consiglieri che si sono resi protagonisti di tale comportamento”.

I tre diretti interessati però non ci stanno e si dicono “indignati” per la lettura. Nessun saluto romano, si è solo trattato di un voto per alzata di mano, sostengono: “La caccia alle streghe è ricominciata – dice Francesco Biamonti (Lega) – Nessuno può permettersi di infangare il mio nome né tantomeno quello del mio partito. Per questo motivo presento querela nei confronti dei consiglieri di maggioranza che dicono di avermi sentito dire frasi che non mi appartengono e nei confronti del sindaco Paolo Bruzzone per la ricostruzione falsa che ha fatto sul suo profilo facebook”. “Sono indignata – dice la seconda consigliera coinvolta nello ‘scandalo’, Valeria Amedei -. È una cosa vergognosa che io venga tacciata di fare una cosa del genere nel Giorno della Memoria, ho tirato su la mano per votare. È un gesto che non mi appartiene e non mi rappresenta”. “Non ho pensato neanche lontanamente di imitare il saluto fascista – dice il terzo consigliere di destra a Cogoleto – Ho perso mio padre in Russia, ho sempre odiato i regimi totalitari fascisti e comunisti”.

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