La Lombardia ha spostato ancora il rientro in classe in presenza per gli studenti delle scuole superiori: la didattica distanza è stata infatti prorogata fino al 24 gennaio. “Preso atto – si legge in una nota della Regione – delle valutazioni e delle risultanze di carattere sanitario, connesse all’attuale diffusione del Covid, condivise con il Comitato Tecnico Scientifico lombardo, Regione Lombardia ha assunto l’orientamento di proseguire le lezioni per le scuole secondarie di secondo grado con la didattica a distanza al 100%. La decisione verrà formalizzata con un’ordinanza e resterà in vigore fino al 24 gennaio”.

Intanto circa 5 milioni di alunni oggi sono tornati dopo le vacanze natalizie nelle scuole dell’infanzia, elementari e medie di quasi tutto il Paese. In Trentino Alto Adige, dopo oltre due mesi, anche le superiori hanno accolto i ragazzi per lezioni al 50% in presenza, come succederà da lunedì 11 gennaio in Lazio, Abruzzo, Umbria, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Liguria, Sicilia, Valle d’Aosta e forse in Basilicata, sempre salvo cambi di rotta alla luce dei monitoraggi previsti nel fine settimana sugli indici regionali di contagio.

Le altre Regioni si muovono in ordine sparso finendo, assieme al governo, nel mirino di studenti, docenti e genitori del comitato Priorità alla scuola, che chiedono quanto prima lezioni in presenza e in sicurezza, accantonando la Dad. Uno slogan ripetuto nei sit-in andati in scena a Firenze, Roma (anche davanti al ministero dell’Istruzione), Bologna, Torino, Milano, Napoli, Faenza, Mantova (c’era un solo studente, domani è previsto un corteo con duecento persone), Salerno, Massa Carrara, Modena, Pontedera, Prato, Pisa, Cremona, Brescia, Treviso e Padova.

È il 15 gennaio l’orizzonte della Puglia (per le scuole di ogni grado). Il 18 invece per il Piemonte e il Molise, dove il governatore Donato Toma ha sospeso le lezioni in presenza anche per elementari e medie. Il 25 gennaio dovrebbe suonare la prima campanella nelle superiori della Campania (dove anche i bambini dei primi due anni delle elementari inizieranno ad andare in aula lunedì), e addirittura il primo febbraio in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche, Sardegna e in Calabria. Proprio in Calabria, come a novembre, la riapertura delle scuole è finita nuovamente al Tar, con il ricorso di un gruppo di genitori contro l’ordinanza che tiene chiuse elementari e medie fino al 15 gennaio e le superiori fino al 31. Un’iniziativa “scandalosa”, per il governatore calabrese facente funzioni Nino Spirlì, che si dichiara “pronto a combattere fino all’ultimo secondo” per “tutelare la salute dei ragazzi dei loro familiari delle persone deboli che vivono nelle nostre case”.

A Milano, il piazzale sotto la Regione il 7 gennaio è stato teatro di un girotondo promosso dal comitato A scuola! che dal 16 novembre, tutti i giorni dalle 13.30 alle 14.30, presidia con due persone la sede del Comune per ricordare alle istituzioni che la riapertura delle scuole in sicurezza deve essere una priorità. Nella giornata in cui le scuole avrebbero dovuto riaprire, il comitato – nato da una chat di circa 250 tra genitori e insegnanti – ha raddoppiato la sua presenza per protestare contro le lezioni a distanza. Venerdì 8 gennaio, invece, la protesta si sposta in piazza del Duomo dove dalle 17 ci sarà una manifestazione stativa di studenti, genitori e professori e “tutti quelli che hanno a cuore la riapertura scolastica”, come si legge in una locandina che rinvia al profilo Instagram@studentipresenti e ricorda come “dovevano essere pronti il 7 gennaio. dovevano essere pronti a settembre”.

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