“Sono convinto che non ci siano problemi di voto”. E’ il capo politico reggente del Movimento 5 stelle Vito Crimi a intervenire per placare le tensioni degli ultimi giorni in vista del voto in Parlamento sulla riforma del Mes. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si presenterà infatti a Camera e Senato il prossimo 9 dicembre e farà le sue comunicazioni alla vigilia del consiglio Ue: nella risoluzione di maggioranza che sarà discussa e votata quel giorno, si parlerà anche della riforma del cosiddetto fondo salva Stati che ha avuto il via libera dell’Eurogruppo lunedì scorso (con il sostegno dell’Italia). Su questo punto si sono manifestati i malumori di parte del gruppo parlamentare M5s, tanto da far temere che possano venir meno i numeri necessari (in particolare a Palazzo Madama). Secondo Crimi però, intervistato a Mezz’ora in più su Rai3, il rischio non c’è. Vero è che la settimana scorsa 58 parlamentari hanno scritto una lettera ai vertici esprimendo perplessità sul pacchetto di riforma, ma la premessa era che “non volevano mettere in difficoltà la maggioranza”.

E proprio quella sembra essere la discriminante: il M5s è contrario al Mes e critico anche sulla riforma, ma non intende mettere in difficoltà il premier Giuseppe Conte. E men che meno far rischiare la caduta dell’esecutivo. Resta una corrente sempre più dissidente (molto vicina all’ex deputato Alessandro Di Battista), ma al momento la speranza dell’ala governista è di riuscire a far rientrare ancora una volta la crisi interna. “Siamo contrari all’utilizzo del Mes, è uno strumento obsoleto e non adeguato”, ha ribadito Crimi oggi. “Questa riforma cerca di cambiare il Mes, a noi questa riforma non piace, ma mentre a dicembre 2019 potevamo permetterci di dire ‘assolutamente no’ oggi siamo in un anno in cui c’è una crisi pandemica, in cui l’Ue ha dimostrato di mettere in campo strumenti nuovi. Oggi dobbiamo guardare avanti. Questa riforme è un modo per chiudere il capitolo”. La mediazione sarà raggiunta sulla risoluzione di maggioranza, sulla quale, ha assicurato Crimi, “stanno lavorando 60 parlamentari del M5s”. “La risoluzione ideale”, ha detto ancora, “sarebbe quella in cui si metta nero su bianco che il Mes non sarà utilizzato ma siamo in una coalizione. Tuttavia è pacifico che il Mes non sarà utilizzato perché la maggioranza di questo Parlamento non lo vuole “.

Quindi ha aggiunto: “Sono convinto che non ci siano problemi di voto. Se qualcuno dovesse decidere diversamente si assumerà la responsabilità di votare contro la risoluzione di maggioranza. Chi oggi decide di votare contro va contro una decisione presa da tutto il gruppo parlamentare”. E’ lo stesso concetto espresso nei giorni scorsi dall’ex capo politico Luigi Di Maio: “Non ci si può permettere”, in un momento come questo, “di portare Conte sul patibolo. E chi vota contro, lo fa contro Conte stesso”. A rassicurare è intervenuta anche la ministra M5s dell’Istruzione Lucia Azzolina: “Nonostante le divergenze, la maggioranza è sempre riuscita a trovare una sintesi. Lo farà anche mercoledì” sul voto in aula sul Mes, ha detto a L’Aria di domenica su La7. “Al cittadino italiano non interessa se Mes sì o Mes no, ma gli interessano i problemi di tutti i giorni”. Sul Mes, ha spiegato, “è necessario che si arrivi a una soluzione che vada bene a tutta la maggioranza di governo”.

Crimi, sempre intervistato da Lucia Annunziata, ha anche parlato della crisi dei consensi del Movimento: “Il primo motivo per cui qualcuno decide di non darci fiducia è perché non riusciamo ad essere compatti, al di là della differenza di opinioni. Stiamo pagando l’esposizione all’esterno di quello che è il normale dibattito politico. Per questo critico tanti colleghi che portano il dissenso all’esasperazione, quasi al ricatto”.

Intanto però, nonostante i messaggi distensivi che arrivano dai vertici M5s, sulla piattaforma Rousseau (gestita dall’associazione presieduta da Davide Casaleggio) ha lanciato un corso di e-learning sul fondo salva-Stati. “Cos’è il Meccanismo Europeo di Stabilità? Quali sono i principi del Trattato che ne disciplina il funzionamento e cosa comporta per i Paesi che vi fanno accesso? Cosa prevede la Riforma di cui sentiamo parlare? Sono solo alcune delle domande che in molti in questo momento si pongono. Ed è quanto mai necessario dare risposta precisa ad ognuna di esse per imparare a districarsi in mezzo al mare di notizie da cui rischiamo di essere sommersi”, si legge in un post sul blog delle Stelle. Il docente è Raphael Raduzzi, deputato del Movimento 5 stelle e componente della commissione Finanze, ma soprattutto firmatario della lettera inviata ai vertici per chiedere di rallentare sulla riforma.

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