“Il problema esiste e merita una risposta, ma non è questa la strada giusta per risolverlo. Serve un intervento del legislatore nazionale”. L’ex pm Aldo De Chiara non ha dubbi: la decisione della giunta della Campania di sospendere l’abbattimento delle case abusive a Napoli in accordo con la prefettura rischia di causare “ulteriori disuguaglianze tra i territori, dove ogni Regione e ogni amministrazione delibera provvedimenti diversi anti-virus, con conseguenti polemiche e sfiducia nelle istituzioni tra i cittadini”. De Chiara conosce bene l’argomento, poiché da procuratore aggiunto di Napoli, a capo della sezione ambiente e territorio, una decina di anni fa diede il via a un rigoroso programma di demolizioni degli abusi edilizi che gli causò pure qualche problema. A Ischia, con l’avanzare delle ruspe inviate dalla procura, apparvero scritte di minacce di morte. Erano gli anni del decreto legge del governo Berlusconi che congelava gli abbattimenti giudiziari solo in Campania. Una cambiale politica che divenne carta straccia, visto che il decreto non fu convertito per la sua palese anticostituzionalità. Ma ora, con l’emergenza coronavirus, la sospensione delle demolizioni è ridiventata un’urgenza sociale.

Dottor De Chiara, l’assessore campano alla Legalità, Mario Morcone, ha chiesto al prefetto di Napoli di fermare gli abbattimenti degli abusi di necessità per non aggravare il disagio sociale in tempi di pandemia, e di istituire un tavolo Prefettura-Regione per regolare i tempi della moratoria. Peraltro, Morcone è un ex prefetto.
Uno dei più in gamba che abbiamo avuto, una persona seria ed oculata, un eccellente servitore dello Stato.

Che ne pensa della sua iniziativa?
Mi par di capire che è indotta da una volontà politica unanime del consiglio regionale, che sottende a delle richieste che non si possono disattendere del tutto. Un’emergenza sanitaria come questa ha sicuramente ricadute di tenuta dell’ordine sociale, in particolare sui territori meridionali. Ma bisognerebbe muoversi come nel caso della sospensione degli sfratti, che viene stabilita con una legge nazionale.

Perché?
Provo a spiegare. Gli abbattimenti sono di due tipi. Alcuni vengono ingiunti dall’autorità amministrativa locale. Altri dall’autorità giudiziaria. Un provvedimento deciso in prefettura potrebbe al massimo rappresentare una raccomandazione per i sindaci, i comuni. Ma la magistratura risponde solo alla legge e continuerebbe ad andare avanti. Prendendosi pure le critiche di chi l’accuserebbe di essere troppo rigida, come accade in questo paese con le persone che insistono nel voler fare il loro dovere. Poi chiedo: se la prefettura di Napoli decide in un modo, quella di Salerno che fa? Lì si continua a demolire? E nelle altre province campane? E nel resto del Paese?

E come ne usciamo?
Con un decreto legge che sospenda gli abbattimenti ovunque, per evitare sul nascere le polemiche che inevitabilmente nascerebbero in un periodo in cui i territori già litigano tra loro sui provvedimenti anti-contagio in vigore da una parte e non dall’altra.

L’assessore Morcone, e lei lo conferma, è un ex prefetto di grande valore, e quindi la richiesta di istituire un tavolo in Prefettura avrà una sua logica.
Probabilmente si pensa di invitare il Prefetto ad adottare ordinanze ex articolo 2 della legge di pubblica sicurezza a tutela dell’ordine pubblico. In ogni caso questo tipo di provvedimenti non vincolerebbero l’autorità giudiziaria, e aprirebbero un altro fronte: domani un comitato cittadino per la quiete di una piazza o di una via potrebbe rivolgersi al prefetto per richiedere lo stesso tipo di ordinanza nei confronti della movida selvaggia o degli assembramenti fuori ai bar, per prevenire risse, spaccio o altro. La prefettura si ritroverebbe in una situazione imbarazzante. Ed infine c’è un’ulteriore contraddizione da segnalare e risolvere.

Quale?
Il decreto semplificazioni convertito nella legge 120 ed entrato in vigore il 15 settembre attribuisce al prefetto il potere di disporre le demolizioni nel caso in cui il Comune non provveda entro 180 giorni dall’accertamento dell’abuso edilizio. C’è quindi una volontà recente del Parlamento che chiede maggior rigore. Il prefetto, se accoglie le richieste della giunta regionale, dovrebbe sospendere ciò che il legislatore nazionale ha sollecitato a fare. Ecco perché credo che debba essere sempre il legislatore nazionale ad intervenire. Un decreto legge si può fare in pochi giorni, e poi sottoporlo al Parlamento.

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