Lo ha picchiato con il bastone della scopa, fino a quando il legno non si è spezzato. Poi, lo ha lasciato agonizzante e morire sul divano, chiamando i soccorsi solamente quando non c’era più nulla da fare. Toni Essobdi Badre, 24enne italiano figlio di un cittadino tunisino, è stato condannato all’ergastolo per aver ucciso, picchiandolo fino alla morte, il piccolo Giuseppe di 7 anni, e per il tentato omicidio della sua sorellina. L’assassinio è avvenuto il 27 gennaio 2019, a Cardito, in provincia di Napoli. A emettere la condanna è stata la terza Corte di Assise di Napoli, presieduta da Lucia La Posta, che ha riconosciuto Badre, patrigno del bambino, colpevole di tutti i reati contestati. La mamma della piccola vittima, Valentina Casa, 30 anni, è stata invece condannata a sei anni di reclusione per maltrattamenti e assolta dagli altri reati contestati.

A Badre il giudice ha comminato anche l’isolamento diurno della durata di un anno. All’imputato è stato contestato l’omicidio volontario di Giuseppe e il tentato omicidio della sorellina, che in quella occasione è stata ricoverata nel reparto di neurochirurgia con un trauma cranio-facciale e contusioni multiple su tutto il corpo da percosse. E poi, maltrattamenti in famiglia aggravati dalla crudeltà e dai futili motivi, dalla minorata difesa e dall’abuso delle relazioni domestiche. Valentina Casa invece rispondeva, sul profilo omissivo, di tutti i capi d’accusa contestati a Badre.

Quel giorno di gennaio, Badre aveva fumato hashish, come faceva di solito. La sera prima i bambini avevano rotto il letto della cameretta e lui li aveva già picchiati a mani nude. La mattina del 27 gennaio, Giuseppe e la sorellina Noemi stavano facendo di nuovo confusione, lo disturbavano. Così, ancora una volta, è stato lui a intervenire. Come faceva di solito. Le violenze contro i bambini erano all’ordine del giorno, come ha raccontato la piccola di 8 anni agli investigatori. “Dicevo alle maestre ‘chiamate i carabinieri’ e non li hanno chiamati”, sono le parole della bambina riportate in aula alla neuropsichiatra infantile Carmelinda Falco.

La sentenza, emessa dopo circa 5 ore di camera di consiglio, è stata preceduta dalle arringhe difensive di Francesco Cappiello, avvocato di Valentina Casa, che ha chiesto l’assoluzione per la sua cliente, e di Pietro Rossi, difensore di Badre, che ha chiesto la riqualificazione dei reati di omicidio volontario aggravato e tentato omicidio aggravato in lesioni personali gravissime. Lo scorso 23 settembre, al termine delle requisitorie, i sostituti procuratori di Napoli Nord Paola Izzo e Fabio Sozio hanno chiesto l’ergastolo con isolamento diurno per 18 mesi, e tutte le pene accessorie, nei confronti di Tony Essobti Badre e di Valentina Casa. Presente alla lettura della sentenza anche il padre di Giuseppe e delle sue due sorelline.

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