Calano i contagi in Francia, ma aumenta il numero dei morti: rispetto a ieri, in cui i nuovi casi positivi al Covid-19 avevano battuto un nuovo record superando quota 52mila, oggi il totale si attesta a 36.330. Forte l’aumento dei morti negli ospedali in 24 ore, 426, cui si aggiungono le vittime registrate negli ultimi 4 giorni negli ospizi, che sono state 428. Il totale dei decessi dall’inizio della pandemia sale quindi di 854 unità, a 38.289. Nei prossimi giorni riprenderanno i trasferimenti di parte dei malati dalle regioni più colpite verso Germania, Svizzera e Lussemburgo. Come durante la prima ondata. A Parigi il tasso è altissimo, con un contagio ogni 30 secondi ed un ricovero ogni 15 minuti, ha spiegato il ministro della Salute Oliver Veran. In Spagna nelle ultime 24 ore si sono registrati 18.669 nuovi contagi e 238 morti. Lo scrive El Pais citando il ministero della Sanità. Dall’inizio della pandemia i casi totali sono 1.259.366 e le vittime 36.495. In Regno Unito, invece, alla viglia del lockdown nazionale bis deciso dal premier Boris Johnson i nuovi casi tornano quota 20mila dopo il calo (fisiologico) registrato ieri. Ancora più netto l’incremento dei morti giornalieri, che rimbalzano a 397, vicino al picco assoluto di questa seconda ondata. Stabile l’aumento dei ricoverati (circa 11.500 al momento in tutti gli ospedali del Regno) e quello dei pazienti sottoposti a respirazione assistita nei reparti di terapia intensiva (poco più di mille totali), cifre al momento inferiori a quelle dell’Italia.

I contagi totali in Europa hanno quindi superato la soglia degli 11 milioni, secondo un conteggio della France press basato su fonti ufficiali. Sono state registrate almeno 11.008.465 infezioni e 284.148 decessi. Quasi la metà di questi casi riguardano i Paesi più colpiti: Russia (1.673.686 casi), Francia (1.466.433 contagi), Spagna (1.259.366) e Regno Unito (1.053.864). In totale, nel mondo sono stati registrati 46.998.445 casi e 1.206.930 decessi. La Russia è attualmente il quarto Paese al mondo per numero di contagi. Dall’inizio della pandemia ha registrato circa 29mila decessi confermati di persone positive al Covid-19. Negli ultimi due mesi ha registrato un’impennata di casi, con il numero di contagi che è salito da oltre 5mila al giorno a inizio settembre a 18mila al giorno questa settimana. Le autorità, tuttavia, hanno resistito all’opzione di un secondo lockdown o di chiudere le attività, nonostante le notizie di ospedali strapieni, carenze di medicinali e personale medico in difficoltà.

Va verso alcune misure e raccomandazioni più stringenti invece la Svezia: “Vediamo che la situazione sta andando nella direzione sbagliata, la situazione è molto grave” ha detto il primo ministro svedese Peter Lofven, in una conferenza stampa in cui è stato annunciato un limite massimo di otto persone ai tavoli di bar e ristoranti, come misura per contrastare il contagio del coronavirus. Lofven ha sottolineato che sempre più persone sono ricoverate in terapia intensiva per il covid-19 e che è probabile un aumento dei decessi. Un paziente su 5 in terapia intensiva è affetto dal coronavirus, ha sottolineato il ministro della Salute Lena Hallengren. In altre tre regioni svedesi i cittadini sono stati esortati oggi a non recarsi in shopping center, musei, biblioteche, palestre e centri benessere, a lavorare il più possibile da casa, evitare i mezzi pubblici e non incontrino persone estranee al nucleo familiare. Tale raccomandazione riguarda orma 7 svedesi su 10, ha precisato Lofven. “Abbiamo un lungo inverno davanti a noi. Dobbiamo fare il massimo per ridurre la diffusione dell’infezione”, ha detto Johan Carlson, capo dell’Istituto di sanità pubblica. Come è noto, la Svezia è uno dei pochi paesi che ha scelto all’inizio della pandemia di non imporre il lockdown. Al momento il bilancio in questo paese di 10,3 milioni di abitanti, è di 134.500 contagi e 5.969 decessi, un dato molto più alto dei vicini scandinavi, ma inferiore ad altri paesi europei. La Germania nelle ultime 24 ore registra 15.352 contagi, portando il totale a 560.379. Sono invece 131 i decessi, che portano il totale delle vittime a 10.661.

In Spagna la regione settentrionale di Castiglia e Leon ha ordinato la chiusura di bar e ristoranti e ha chiesto misure più severe al governo nazionale, per sconfiggere uno dei peggiori focolai di coronavirus in Europa. Annunciando le restrizioni, che entreranno in vigore il 6 novembre, il leader regionale Alfonso Fernandez Manueco ha descritto la situazione di “rischio massimo”, aggiungendo che la sua amministrazione è favorevole a misure più severe ma è stata ostacolata dall’attuale quadro giuridico spagnolo, secondo cui solo il governo centrale può autorizzare il confinamento a casa. L’annuncio di Castiglia e Leon è arrivato il giorno dopo che la regione nord-occidentale delle Asturie ha chiuso i bar e ha richiesto l’autorizzazione per un confino familiare, respinta dal ministero della salute. Con 1,2 milioni di casi, la Spagna ha il secondo maggior numero di casi in Europa occidentale dopo la Francia. Il bilancio delle vittime è di 36.257

Intanto l’Ucraina nelle ultime 24 ore ha registrato il record di 8.889 nuovi casi, il numero più alto in un solo giorno dall’inizio dell’epidemia. Nel corso dell’ultima giornata, 5.100 persone sono state ricoverate in ospedale e 157 sono morte a causa della malattia. L’aumento dei contagi ha portato la situazione nel Paese sull’orlo di una “catastrofe” secondo il ministro della Salute ucraino, Maksim Stepanov, durante una seduta del Parlamento. “Abbiamo raggiunto un punto di non ritorno e siamo vicini a una catastrofe. La situazione è critica non solo in Ucraina ma in tutto il mondo”, ha detto Stepanov secondo quanto riporta l’agenzia Interfax. “Andiamo verso tempi difficili (…). La situazione si sta rapidamente trasformando da complicata a disastrosa”, ha affermato il ministro. “Per quanto rapidamente aggiungiamo nuovi posti letto, il coronavirus si espande più rapidamente. Per quanto proviamo ad aumentare il numero dei letti, comunque c’è un limite e se il tasso di occupazione dei letti” d’ospedale “raggiunge il 100%, dovremo stabilire un triage, dando la priorità ai pazienti con migliori chance di sopravvivenza”.

Guardando all’Asia, colpisce il caso della Corea del Nord, che rivendica ancora zero casi di Covid-19. Secondo un rapporto dell’Oms, il Paese eremita ha condotto fino al 29 ottobre i test su 10.462 persone. Tutti, riporta la Yonhap, sono risultati negativi, con 5.368 persone identificate come “sospette”, di cui 8 stranieri. Sono 161, invece, i soggetti che hanno rispettato il periodo di quarantena dal 15 al 22 ottobre, portando in numero dei rilasciati a 32.011. L’Oms ha annotato inoltre che 846 cittadini nordcoreani erano sospettati di avere contratto il coronavirus nel periodo di riferimento quale risultato di una “sorveglianza intensificata”, risultando alla fine comunque negativi. La Corea del Nord ha rivendicato di essere un Paese “libero dal coronavirus”, ma ha adottato misure stringenti per evitare i contagi chiudendo sia i confini sia optando per una quarantena fino a un mese.

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