Imponevano la fornitura di generi alimentari e costringevano con la violenza alcuni negozianti a non vendere nella zona sotto controllo del clan. Sono ventuno gli arresti eseguiti dai carabinieri di Napoli che hanno, con il coordinamento della Dda, ricostruire il sistema con cui il clan Cifrone ha vessato e sottoposto a estorsioni undici vittime: intimidazioni, secondo gli inquirenti, di stampo mafioso. I negozianti inoltre dovevano consegnare mensilmente somme di denaro al clan. Gli indagati sono legati, secondo la Dda, al clan Cifrone, erede del Lo Russo, che fa affari illeciti nei quartieri di Miano, Marianella, Chiaiano, Piscinola, Don Guanella, Colli Aminei e Sanità.

I reati contestati, a vario titolo, sono associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsione, minaccia, detenzione e porto di armi e munizioni. L’indagine, condotta dai carabinieri della compagnia Vomero, è riuscita definire anche la struttura che gestiva il traffico e lo spaccio della droga. Tutti reati sono aggravati dal fine di avvantaggiare il sodalizio camorristico. I militari sono sulle tracce di altre due persone.

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