di Paolo Dagnino

E così, dopo le ultime tre votazioni in Parlamento sulla riduzione del numero dei parlamentari (votazioni in cui i parlamentari stessi hanno approvato praticamente all’unanimità questa misura), assistiamo ad un rigurgito contrario a questo sacrosanto provvedimento, dovuto alla richiesta del referendum da parte di un manipolo di parlamentari (solo 71, provate un po’ voi ad ottenere un referendum di qualsiasi tipo con soli 71 richiedenti!) moltissimi dei quali hanno addirittura votato a favore in Aula.

Già questo paradosso può bastare per qualificare la nostra classe politica, giustificando una volta di più l’acredine che gran parte dei cittadini italiani nutre nei confronti di senatori e deputati. Ciò nonostante a scandalizzare è la poderosa alzata di scudi a favore del “No” scatenata in questi ultimi giorni dal peggior apparato mediatico della storia italiana. Un apparato mediatico che, salvo rarissime eccezioni, sta pesantemente e subdolamente influenzando la volontà degli italiani attraverso le sue radio, i suoi giornali e le sue televisioni, farfugliando di “rappresentatività” e balbettando di “antipolitica” a favore del “No”.

Ed è comprensibile questo arroccamento se consideriamo che chi ha nelle mani l’informazione in questo paese è in primissimo luogo esponente della peggiore classe imprenditoriale mai vista in Italia e cioè di quel potere che ha dettato l’agenda politica nazionale negli ultimi 30 anni, rendendosi pienamente corresponsabile delle condizioni in cui versa il paese alla stessa stregua della classe politica, badando esclusivamente agli interessi, ai privilegi e ai vantaggi dell’una e dell’altra, fino al punto da non distinguere quasi più appunto l’una dall’altra.

Ecco chi sono i mandanti del “No”. Sono quelli che dopo l’arrivo del M5S hanno visto assottigliarsi il numero dei loro rappresentanti in Parlamento (da sempre saggiamente distribuiti su quasi tutti gli altri schieramenti politici) laddove hanno sempre deciso i loro benefici e le loro fortune, quasi sempre ai danni dei cittadini italiani, ben lungi dal pensare al bene comune.

L’elezione di un discreto numero di parlamentari M5S nelle consultazioni politiche del 2013 (163 parlamentari M5S) e un ancor più consistente numero in quelle del 2018 (338 parlamentari M5S) sono stati due durissimi colpi che hanno messo in crisi un sistema di potere consolidatosi nei decenni attraverso le clientele e le lobby che hanno imperversato a Montecitorio e a Palazzo Madama per decenni.

Ecco perché lorsignori sono contrari ad una ragionevolissima e sacrosanta riduzione dei parlamentari italiani. Sono contrari perché identificano in questo provvedimento una ulteriore diminuzione del potere che hanno sempre esercitato a loro esclusivo vantaggio. Ecco cosa teme il sistema. Altro che pericolo per la democrazia. Lorsignori sono i mandanti del “No”.

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