“Avevo 14 anni e i miei occhi hanno visto cose orribili. Sono stato l’unico della mia famiglia a sopravvivere e per lunghi anni mi sono sempre chiesto il perché. L’ho capito solo nel 2005, quando ho deciso di rompere il silenzio e di parlare della mia esperienza di Auschwitz ai ragazzi. Sono stato scelto per dare testimonianza”. Sono le parole di Sami Modiano, ebreo deportato ad Auschwitz e sopravvissuto alla prigionia, pronunciate al Quirinale di fronte a Sergio Mattarella, che questa mattina gli ha consegnato l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana conferitagli lo scorso 18 luglio. Erano presenti all’incontro Riccardo Di Segni e Ruth Dureghello, rispettivamente Rabbino Capo e Presidente della Comunità ebraica di Roma. “La Repubblica italiana le deve profonda gratitudine – ha affermato il Capo dello Stato – per la sua testimonianza. Lei ha sperimentato l’abisso e l’orrore dei campi di sterminio e coraggiosamente ha tramandato la memoria alle giovani generazioni. Perché non accada mai più“. “Accompagnare i ragazzi ad Auschwitz nei viaggi organizzati dal governo italiano per me è una grande sofferenza, perché rivivo storie terribili. Ma devo farlo – ha aggiunto Modiano – e i ragazzi con il loro affetto e la loro attenzione mi ricompensano”.

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Shoah, il sopravvissuto Sami Modiano ricevuto al Quirinale. Mattarella: “Ha sperimentato l’orrore e ne ha tramandato la memoria”

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