Smantellare dipartimenti di polizia, tagliare fondi agli agenti per reindirizzarli verso chi su territorio agisce sul piano del disagio sociale, della criminalità, sicurezza e prevenzione. Da New York a Los Angeles, passando per Minneapolis, la denuncia degli abusi della polizia è sfociata in un vero e proprio movimento: si chiama ‘De-fund the police‘ e non è più solo uno slogan popolare e diffuso nelle manifestazioni antirazziali a seguito della morte di George Floyd, 46enne americano soffocato da 4 agenti sotto gli occhi dei passanti. Per Derek Chauvin, l’ex poliziotto che ha premuto il ginocchio sul collo di Floyd, oggi è stata fissata una cauzione da un milione e 250mila dollari. L’accusa è omicidio di secondo grado.

La proposta di tagliare i fondi agli agenti è stata già messa all’indice dalla destra repubblicana e dall’amministrazione Trump come la volontà dei democratici di perseguire un approccio soft alla lotta al crimine. Adesso si fa largo in America, facendo breccia anche nel dibattito politico. Ma anche il candidato dem alla Casa Bianca Joe Biden è contrario, perché “non crede che la polizia debba essere privata di fondi”, ha detto un suo portavoce, Andrew Bates. “Biden – ha proseguito – sostiene il bisogno urgente di riforme, compresa quelle della scuola pubblica, della salute mentale e dei programmi per le tossicodipendenze separati dai finanziamenti dei dipartimenti di polizia, così che gli agenti si possano concentrare sul lavoro di polizia”.

L’udienza per l’ex agente Derek Chauvin – Oggi la giudice Jeannice Reding ha accolto la richiesta dell’accusa, limitandosi ad abbassare ad un milione la cauzione nel caso in cui l’imputato accetti alcune condizioni, tra le quali non prendere altri lavori nel campo della sicurezza, consegnare tutte le sue armi ed il permesso di possederle, non lasciare il Minnesota ed evitare i contatti con la famiglia Floyd. Durante l’udienza Chauvin si è limitato a dire poche parole. 1

La proposta di riforma – Tutto succede nel giorno in cui i democratici hanno presentato il disegno di legge per riformare polizia e giustizia. Tra i punti principali, la demilitarizzazione della polizia limitando il trasferimento di armi militari ai dipartimenti locali e statali; l’obbligo delle videocamere sul cruscotto delle auto e sul corpo degli agenti per combattere la brutalità della polizia; vietare la stretta al collo (quella che ha ucciso George Floyd) e le perquisizioni senza mandato in casi di droga; mettere fine alla profilatura razziale. “Questo momento di angoscia nazionale si sta trasformando in un movimento di azione nazionale mentre gli americani in tutto il Paese protestano pacificamente per chiedere di fare cessare l’ingiustizia”, ha osservato la speaker della Camera Nancy Pelosi che insieme ai parlamentari dem e al leader al Senato Chuck Schumer, hanno osservato nell’Emancipation hall di Capitol Hill 8,46 minuti di silenzio, lo stesso tempo durante il quale un agente ha tenuto il suo ginocchio sul collo di Floyd causandone la morte.

Il sindaco di Minneapolis contrario alla decisione del consiglio comunale – Letteralmente “De-fund the police” vuol dire ‘Togliere fondi alla polizia’ ma l’istanza portata avanti non è necessariamente e semplicemente il taglio ai budget stanziati per le forze dell’ordine ma un più complesso articolato di proposte che vorrebbe l’apertura di un dibattito a livello nazionale e a livello locale su come spendere i soldi normalmente allocati ai dipartimenti di polizia. I primi a prendere posizione sono stati i consiglieri di maggioranza del Comune di Minneapolis, la città in cui è morto l’afroamericano George Floyd per mano degli agenti, che hanno deciso di avviare un processo che dovrà portare a un taglio dei fondi alle forze dell’ordine e allo smantellamento dipartimento di polizia, accusato di razzismo. Ma il sindaco Jacob Frey, cacciato dai manifestanti durante le proteste proprio perché contrario all’ipotesi approvata dalla sua maggioranza, prende le distanze dalla decisione del consiglio comunale e si dice pronto a lavorare per capire meglio che cosa intendano quando dicono di “mettere fine” o “abolire” la polizia.

Tagli alla polizia: le decisioni di New York e Los Angeles – E anche il sindaco Bill De Blasio ha annunciato che parte dei fondi destinati al New York Police department – Nypd – verranno dirottati verso associazioni per la gioventù e per i servizi sociali, senza però dare dettaglio sulla proposta. Sulla costa ovest, a Los Angeles il sindaco Eric Garcetti ha annunciato il possibile taglio di 150 milioni di dollari sul budget della polizia, che i sindacati delle forze dell’ordine, preoccupati, bollano come una “via rapidissima verso città meno sicure ed aumento della criminalità“.

Per il sindacato dei poliziotti della California il taglio dei fondi avrebbe un effetto immediato sui tempi d’attesa del numero d’emergenza 911 e sulla risposta a rapine, omicidi, stupri e crimini di ogni genere per le strade americane. “In questo preciso momento poi – prosegue la nota del sindacato – con un tasso crescente di violenza, disordini, saccheggi, e con una pandemia e crisi globale sul territorio, pensare ad un taglio dei fondi alla polizia è la proposta più irresponsabile possa essere fatta”. Ma chi è sceso nelle strade in queste due settimane insiste: occorre ridisegnare il modello della sicurezza nelle strade americane. Lo Stato federale e i governi locali nel 2017 – secondo i dati elaborati dal think tank Urban Institute – hanno speso globalmente in America 115 miliardi di dollari. Una cifra considerevole e, per molti, eccessiva.

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