Piovono inchieste giudiziarie sulle Residenze sanitarie assistite (Rsa) per anziani della Liguria. L’ultima in ordine cronologico è quella della Procura di Savona che ha aperto un fascicolo, al momento un “modello 45” senza ipotesi di reato e contro ignoti, per fare chiarezza su quanto accaduto nella Rsa Trincheri di Albenga: sui 104 ospiti, 45 sono risultati positivi al Covid-19 con 21 deceduti e 16 (su 18) operatori sanitari in malattia. Il procuratore di Savona Ubaldo Pelosi e il sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro, in base anche all’esposto del figlio di una vittima, in queste ore stanno chiedendo alla Rsa tutta la documentazione necessaria, a partire dalle cartelle cliniche degli ospiti fino alle testimonianze di operatori sanitari e oss per capire se sono stati dotati dei rispettivi dispositivi di protezione.

Quella della Trincheri non è però l’unica situazione allarmante nel savonese: in provincia sono venuti alla luce anche i casi della Humanitas di Borghetto Santo Spirito (17 morti su 48 ospiti) e della Giacomo Natale di Alassio con 7 decessi sui 44 ospiti. Secondo un’indagine a campione dell’Istat sui comuni di Savona, Quiliano, Alassio e Andora, il savonese è una delle zone della Liguria che a marzo ha avuto una serie di morti “anomale”: nei primi 21 giorni di marzo sono stati registrati 93 decessi a fronte di 62 persone morte nello stesso periodo del 2019, con un aumento del 50%.

Dall’altro lato della regione, nella provincia di La Spezia, per le Rsa si parla di uno “stillicidio”. Secondo i dati della Asl, nelle 13 residenze della provincia ci sono 62 ospiti e 18 operatori positivi. Di questi 44 sono curati nelle stesse strutture, mentre i restanti 18 sono ricoverati, in gravi condizioni, in ospedale. I morti invece sono 17 a cui se ne aggiungono 52 che però non hanno mai avuto il tampone e quindi non possono essere contati tra i morti per Covid-19. Le situazioni più preoccupanti sono quelle della Rsa Sabbadini con 21 ospiti positivi su 44 totali (6 morti) e del Sacro Cuore Morganti di Brugnato con 31 pazienti e 13 operatori positivi sui 190 totali.

Nel frattempo la Procura di Spezia ha deciso di aprire un fascicolo, anche qui senza ipotesi di reato né indagati, sull’intera gestione dell’emergenza da parte della Asl locale: una sorta di “libro bianco” di tutte le criticità emerse nei giorni scorsi. Dall’assenza di mascherine in ospedale e nelle Rsa, a chi specula sul virus fino alla gestione dei tamponi: per questo la Procura guidata da Antonio Patrono ha inoltrato dieci domande ai vertici della Asl proprio su questi temi. In particolare, il pm Elisa Loris a cui è stata affidata l’inchiesta cercherà di capire perché né l’ospedale Sant’Andrea né il San Bartolomeo di Sarzana – dove si continua a morire – siano stati trasformati in strutture covid nonostante la circolare ministeriale di fine febbraio e il “Manifesto per la Sanità locale” inviato da un comitato di esperti e cittadini alla Asl. I pm spezzini stanno incrociando report e circolari per capire se esista un nesso causale tra le lacune e i decessi.

La prima inchiesta su una Rsa ligure era però stata aperta a Genova per due decessi avvenuti a Casa Serena. I familiari hanno denunciato il fatto che il primo tampone positivo, fatto su una donna di 85 anni deceduta, non sia stato segnalato alla Asl dalla direzione della struttura di via Balbi. Ed è proprio su questo che il procuratore aggiunto Francesco Pinto e il collega Francesco Rombolà proveranno a fare luce. Il reato contestato, contro ignoti, è di omicidio colposo.

“Non ci muoviamo a casaccio, senza sapere cosa e come andare a cercare. Stiamo studiando i dati, stiamo monitorando il flusso di informazioni. Ma al momento non c’è nessuna indagine generica sulle Rsa”, ha commentato martedì il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi. Oltre al fascicolo su Casa Serena, nelle ultime ore sono arrivati pochi altri esposti anonimi su mancanza di dispositivi di protezione individuale per il personale o di altri anziani morti. “In futuro – ha aggiunto Cozzi – potremmo magari nominare un esperto in epidemiologia per analizzare correttamente i dati per capire cosa è davvero successo”.

Uno degli accertamenti dovrebbe riguardare il rispetto dei protocolli da parte delle Rsa per il contenimento del Covid: dalle stanze separate per pazienti infetti e quelli sani, all’isolamento per i nuovi arrivi o per gli anziani inviati dagli ospedali, fino ai dispositivi individuali e al personale dedicato solo ai malati di Coronavirus. “In una situazione così delicata – conclude Cozzi – di questa portata, non possiamo indagare a casaccio e muoverci solo sull’onda dell’emozione. Il nostro intervento deve essere mirato, chirurgico“.

@salvini_giacomo

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