Per i 55 italiani rientrati Wuhan è finita la quarantena alla Cecchignola: le prime venti persone hanno lasciato già la cittadella militare, le altre se ne andranno venerdì, dopo gli ultimi controlli sanitari. Uno di loro, un ricercatore 29enne, aveva lasciato la base in anticipo, quando il test aveva confermato che aveva contratto il coronavirus ed era stato trasferito all’Istituto Spallanzani di roma, dove si trova tutt’ora ricoverato. Tra qualche giorno potrebbero arrivare altri ospiti: i passeggeri della Diamond Princess, la nave da crociera ancorata al largo del Giappone, per i quali è pronto il volo di rimpatrio. Il primo test ha dato esito negativo: se anche il secondo confermerà i risultati, si procederà al rimpatrio.

Mentre l’epidemia sembra rallentare, l’Oms e gli scienziati invitano a non abbassare la guardia. Il numero complessivo di contagi da coronavirus registrati fino a questo momento è di 75.775, secondo quanto riporta la mappa online della statunitense Johns Hopkins University. Le persone guarite sono 16.882. I morti sono 2.130, di questi 2.029 nella provincia dell’Hubei, 7 fuori dalla Cina. Tra questi i due passeggeri della Diamond Princess, facendo salire a tre il numero delle vittime in Giappone. Si tratta di due cittadini giapponesi, un uomo di 87 anni e di una donna di 84, che erano stati ricoverati in ospedale dopo essere risultati positivi ai test.

Gli sforzi cinesi per il controllo dell’epidemia “stanno funzionando”, ha detto il ministro degli Esteri, Wang Yi. “I dati in arrivo dalla Cina sull’epidemia di coronavirus continuano a mostrare un rallentamento nei nuovi contagi – spiega il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus – Ancora una volta, questo trend ci incoraggia, ma non è ancora tempo per abbassare la guardia. Fino alle sei di questa mattina, ora di Ginevra, la Cina ha riportato 74.675 contagi complessivi, e 2121 morti”. Intanto, dallo Spallanzani fanno sapere che stanno bene i due giovani italiani attualmente ricoverati, il ricercatore con Covid-19 e il diciassettenne Niccolò: “Continuano ad essere in ottime condizioni di salute e di umore”.

Diamond Princess, pronti a sbarcare altri 500 passeggeri
Un secondo gruppo di 500 occupanti, dopo i 443 di mercoledì, si appresta intanto a lasciare l’imbarcazione, con il ministero della Salute nipponico che prevede il ritorno a casa della maggior parte dei passeggeri entro venerdì. A ogni persona che è risultata negativa al test, ma che ha condiviso la cabina con un passeggero infetto, è stato chiesto di rimanere a bordo della nave per altri 14 giorni, mentre coloro che potranno tornare alle proprie abitazioni saranno comunque monitorati telefonicamente dalle autorità. Il ministero della Salute ha fatto sapere che è in trattative con l’operatore per decidere lo sbarco dell’equipaggio. Tra questi c’è anche il comandante italiano della nave, Gennaro Arma, che secondo la prassi sbarcherà solo quando l’ultimo dei passeggeri avrà abbandonato la Diamond Princess, a bordo della quale sono stati registrati, al momento, 621 casi di contagio. “Confermiamo che il Comandante Gennaro Arma rimane a bordo della Diamond Princess a Yokohama, al comando della nave, coordinandosi con i funzionari della sanità pubblica per la sicurezza, la salute e il benessere dei passeggeri e dell’equipaggio. Il Comandante è in buona salute e sta guidando il suo team in questa situazione straordinaria”, ha fatto sapere l’armatore.

Spallanzani, stanno bene i due italiani ricoverati. Negativi ai test 62 pazienti su 68
I due giovani italiani attualmente ricoverati allo Spallanzani, il ricercatore con Covid-19 e il diciassettenne Niccolò “continuano ad essere in ottime condizioni di salute e di umore”, fanno sapere dall’ospedale romano. Mentre sono stati effettuati test su 68 pazienti, di cui 62 risultati negativi e dimessi. Sei pazienti sono tutt’ora ricoverati: tre sono i casi confermati di Covid-19 (la coppia cinese ed il giovane proveniente dal sito della Cecchignola), mentre tre pazienti rimangono ricoverati per altri motivi. Inoltre, la coppia di cinesi contagiata da Coronavirus e ancora ricoverata allo Spallanzani, se continua a migliorare, potrebbe lasciare la terapia intensiva nei prossimi giorni. Nel bollettino medico di oggi è sottolineato che le “condizioni cliniche della coppia sono in continuo e progressivo miglioramento”

Il piano del governo: “Dispenser di disinfettante nei luoghi pubblici”
Il Ministero della Salute sta mettendo a punto un programma di prevenzione nei luoghi pubblici. Si tratta nello specifico dell’installazione di dispenser con disinfettanti per le mani alle fermate della metro, nelle stazioni dei treni, negli aeroporti e negli spazi pubblici più affollati per garantire il massimo livello d’igiene e contrastare anche la possibile diffusione. Un piano speciale, riporta l’Adnkronos, al quale da giorni sta lavorando la task force istituita il 22 gennaio scorso dal dicastero. Un piano che dovrebbe realizzarsi con un fronte comune tra aziende del settore, in particolare Confindustria dispositivi medici e il Governo, rappresentato dal ministro della Salute Roberto Speranza. Con la possibilità di velocizzare la fase di appalto, gestendo la procedura in modo emergenziale.

Proprio Confindustria dispositivi medici ha lanciato di recente un appello per “fare fronte comune contro il coronavirus, mettendo in compartecipazione capacità produttiva per realizzare i dispositivi medici indispensabili per contrastare il contagio”. Fra questi anche le mascherine. L’associazione ha inviato una comunicazione a tutte le imprese associate, chiedendo di “segnalare la disponibilità a mettere la propria capacità produttiva a disposizione delle imprese in difficoltà per mancanza di materie prime e semilavorati – rimarca il presidente – Si potrà così far fronte alla crescente richiesta di mascherine, tute, guanti e altri dispositivi medici specifici per contribuire all’arresto dell’emergenza sanitaria globale e garantire la continuità nell’approvvigionamento del nostro Sistema sanitario nazionale”.

Corea del Sud, altri 31 contagi. Primo decesso
La Corea del Sud ha annunciato altri 31 casi di contagio da coronavirus, portando il totale delle infezioni nel Paese a quota 82 e facendo aumentare i timori di diffusione dell’epidemia, con le autorità che riferiscono della prima vittima nel Paese. Dei nuovi casi, 30 sono a Daegu, a 300 km a sudest di Seul, mentre l’altro è stato registrato proprio nella capitale, secondo una nota del Korea Center for Disease Control and Prevention. Il 31esimo degli 82 pazienti è considerato un “super diffusore”, dato che si ritiene abbia contagiato almeno altre 15 persone, venendo a contatto con altre 166: è una donna molto attiva nella comunità di una parrocchia cristiana di Daegu.

La SK hynix, azienda sudcoreana produttrice numero due al mondo di schede di memoria, ha disposto l’auto-quarantena per circa 800 dipendenti presso il suo quartier generale, l’Incheon Campus, distante appena 70 km da Seul. La misura, ha spiegato la società, è stata presa dopo il caso sospetto di un neo-assunto entrato in contatto con un contagio accertato di coronavirus a Daegu. Al campus di Sk hynix sono impiegate nel complesso 15mila persone.

Iran, dopo i primi decessi parte della città di Qom in quarantena
Dopo la notizia dei primi due decessi in Iran, scuole e università sono rimaste chiuse oggi a Qom, città santa nel nord-ovest del Paese. Media locali segnalano la presenza di militari che hanno bloccato alcune strade e isolato l’area intorno a un ospedale, mettendo di fatto in quarantena almeno parte della città.

Intanto, il ministero della Salute della Repubblica Islamica ha confermato almeno altri tre casi di contagio. Due risultano ricoverati a Qom e un terzo ad Arak, sempre nel nord-ovest del Paese. Anche in questo caso si tratterebbe di un cittadino originario della città cuore della rivoluzione del 1979, di professione medico. Alcuni video diffusi sui social mostrano l’ospedale Farghani evacuato da pazienti comuni per far spazio a possibili contagiati dal Covid-19. Il portavoce del presidente Hassan Rohani, Ali Rabiei, ha annunciato oggi la creazione di un quartier generale di coordinamento delle operazioni mediche gestito dal ministero della Salute, assicurando che tutte le misure necessarie verranno prese per combattere l’epidemia e invitando la popolazione ad attenersi alle indicazioni della autorità.

L’ordine alla comunità scientifica cinese: “Vietato divulgare informazioni”
Intanto, La Stampa scrive di un ordine contenuto in un’email, datata 2 gennaio, partita dall’Istituto di Virologia di Wuhan che metteva in allarme la comunità scientifica cinese sul nuovo virus che si stava diffondendo nella regione dell’Hubei, ordinando di non divulgare alcuna informazione, su canali ufficiali e non ufficiali, riguardante l’epidemia. “Il comitato sanitario nazionale richiede esplicitamente che tutti i dati sperimentali dei test, i risultati e le conclusioni relative a questo virus non siano pubblicati su mezzi di comunicazione autonomi”, si legge. “Non devono essere divulgati ai media, compresi quelli ufficiali e le organizzazioni con cui collaborano”, aggiungono. Le prime avvisaglie saranno di venti giorni dopo, quando l’epidemia arriva fino negli Usa.

Alle teorie circolate nelle scorse settimane risponde proprio l’Istituto di Virologia della città epicentro dell’epidemia: “le voci su Internet” hanno “ricevuto molta attenzione da parte di tutti i ceti sociali” e “hanno causato gravi danni al nostro personale in prima linea nel campo della ricerca scientifica“, alimentando “teorie sul complotto”, hanno fatto sapere dall’istituto. Controllati dal governo, i vertici della struttura sono stati accusati a vario titolo di aver “sintetizzato artificialmente” il coronavirus in uno dei suoi laboratori.

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