Com’era già successo il 13 febbraio per Pasquale Brescia, i legali di una decina di imputati, tra i quali Michele Bolognino, Antonio e Francesco Giglio e Antonio Vertinelli, hanno chiesto l’astensione per incompatibilità del giudice a latere Giuditta Silvestrini, prima di avanzare una richiesta di ricusazione. Per i legali l’incompatibilità nasce dal fatto che Silvestrini ha fatto parte del collegio d’Appello di Aemilia bis.

Il presidente del collegio Pederiali, ha però già fatto sapere che Silvestrini non si asterrà, perché nella sentenza di appello dell’abbreviato dell’altro processo non sono state prese in considerazione le posizioni degli imputati che oggi hanno chiesto al giudice a latere di astenersi. Una circostanza diversa da quella di Pasquale Brescia, che in quel processo d’appello è stato invece giudicato dal collegio di cui faceva parte Silvestrini.

A dibattimento con il rito ordinario ci sono 120 imputati, tra i quali l’ex calciatore campione del mondo Vincenzo Iaquinta, condannato in primo grado a due anni per reati di armi. La settimana scorsa era partito l’appello per gli imputati, 24, che avevano scelto il rito abbreviato solo per l’ipotesi di associazione mafiosa. Nell’udienza di domani, come ha già fatto sapere il presidente del collegio, Alberto Pederiali, con ogni probabilità i due processi verranno riuniti.

Stiamo parlando del più importante processo alla ‘ndrangheta al nord della storia italiana recente; grande in tutto, con 220 imputati iniziali e 400mila pagine di verbali scritte sino ad oggi. Ma che nonostante le dimensioni corre velocissimo verso la fine. Il rito abbreviato scelto nel 2016 da una parte degli imputati, compresi cinque dei sei capi cosca, è già arrivato a conclusione con le condanne confermate dalla Cassazione; il rito ordinario inizia oggi il suo viaggio verso le sentenze di secondo grado. Un viaggio che si annuncia altrettanto veloce, eventuali ricusazioni permettendo.

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