Allarme Coronavirus in Africa? Sarei cauto nel dire che, se il virus arriva in Africa, bisogna preoccuparsi perché lì non ci sono servizi sanitari all’altezza. Questo è un autogol che facciamo prima di andare a giocare una partita. E chi vuole vincere il campionato deve avere a disposizione tutti i giocatori e anche l’allenatore”. Sono le parole pronunciate ai microfoni de “L’Italia s’è desta” (Radio Cusano Campus), dal medico Foad Aodi, presidente dell’Associazione dei Medici di Origine Straniera in Italia (Amsi), che spiega: “Andrei ad articolare le notizie sicure, confermate, senza creare allarmismo. Questo è il nostro principio come medici, come personale sanitario e come associazione. Per quanto riguarda l’Egitto, non capisco perché l’Oms non abbia dichiarato ufficialmente la nazionalità dell’uomo infettato dal Coronavirus. Si tratta di un cittadino cinese di 33 anni, come hanno confermato i medici egiziani. Ma c’è anche un’altra notizia preoccupante, perché quel cittadino è il direttore di una società cinese che è andato in Egitto dal 14 gennaio al 4 febbraio, quando era già affetto da Coronavirus. Poi è tornato in Cina. E adesso, in Egitto, stanno controllando tutte le persone che sono state in contatto con lui e disinfestando il palazzo in cui ha alloggiato. Quindi, l’Egitto ha dimostrato di essere all’avanguardia su questo“.

Aodi aggiunge: “Ci sono state gravissime negligenze di carattere generale, che noi, come Amsi, abbiamo denunciato subito. E’, infatti, stato confermato che il presidente cinese sapeva tutto dallo scorso 7 gennaio. Tutti noi abbiamo detto all’Oms che il mondo sanitario mondiale dipendeva dalle notizie che l’organizzazione avrebbe diramato. L’Oms ha iniziato a dare notizie preoccupanti e, alla fine, ultimamente addirittura ha dichiarato che l’epidemia da Coronavirus è più pericolosa del terrorismo. E’ una situazione che non va assolutamente sottovalutata, il nostro obiettivo è salvare vite umane. Ricordo che in Cina c’è tantissima gente rinchiusa in casa da mesi e che il numero dei medici che può curarla è insufficiente. Non ci sono persino ambulanze e mascherine”.

Il medico sottolinea l’indiscriminato sostegno della sua associazione ai cittadini cinesi, sempre più discriminati. E denuncia: “I pazienti non vanno più dai medici cinesi per paura. Chi aveva sedute di agopuntura le ha sospese. Noi siamo al loro fianco contro queste discriminazioni. Il presidente cinese deve chiedere scusa al mondo per la negligenza di aver nascosto inizialmente il virus. Non si possono censurare notizie per motivi geopolitici, economici o turistici. Pericolo da sbarchi in Europa? Non creerei allarmismo su questo. Ci sono tanti politicanti che sparano slogan, parlando di contagio causato dagli immigrati, e questa cosa mi fa preoccupare maggiormente. Come Amsi, in questi venti anni – prosegue – abbiamo dimostrato con dati scientifici che gli immigrati non portano malattie. Gli immigrati si ammalano quando arrivano in Italia e ovviamente mi riferisco ai migranti appartenenti alla fascia disagiata. E questo è stato confermato anche dall’Oms. Se qualcuno voleva strumentalizzare l’equazione ‘immigrazione – contagio’, è stato smentito dai fatti. L’Italia per fortuna non è un Paese razzista“.

Aodi, infine, ricorda l’emendamento Bricolo (Lega) del 2009 alla legge Bossi-Fini, con cui si obbligava i medici a denunciare i pazienti sprovvisti di permesso di soggiorno: “Fu una proposta dal sapore razzista prodotta da qualche politicante , che voleva i medici come spie. Per fortuna non passò. L’Italia è un Paese civile, dove c’è una buona integrazione. Purtroppo, a fronte delle buone notizie che noi medici costruiamo tutti i giorni, i politicanti, che esternano in tv le loro strumentalizzazioni, sono sicuramente più forti di noi“.

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