I renziani fanno asse con il centrodestra, ma il primo tentativo di affossare la riforma della prescrizione – e quindi certificare lo strappo in maggioranza – è stato bocciato. Durante la discussione del decreto Milleproroghe, in commissione congiunta Affari Costituzionali e Bilancio alla Camera, l’emendamento di Riccardo Magi di +Europa per sospendere fino al 2023 il provvedimento già entrato in vigore il primo gennaio scorso non è passato ottenendo 44 no e 42 sì. La proposta di modifica è stata infatti votata dalle opposizioni e da Italia viva, creando così un vero e proprio asse tra renziani, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Un’alleanza a suo modo inedita considerato che proprio i leghisti erano stati tra i promotori della riforma all’epoca del governo gialloverde. Il resto della maggioranza ha invece votato contro.

La Lega firma il lodo dei renziani – Quello di Magi era però solo uno dei tentativi di intervenire sulla riforma Bonafede. Rimane ora da discutere il lodo Annibali: l’emendamento dei renziani che propone la sospensione per un anno sarà esaminato mercoledì 12 febbraio dalle ore 15. Il governo e i relatori hanno dato parere contrario, ma in mattinata il Carroccio ha annunciato che intende sottoscrivere l’emendamento renziano. Anche Fratelli d’Italia riflette sul sostegno ai renziani: “Lodo Annibali? E’ possibile che anche noi lo votiamo, come si è votato insieme sulla proposta di Costa. Tutto quello che può servire a rimediare il danno alla riforma Bonafede sulla prescrizione è sostenibile”. E siccome tra la maggioranza ha cominciato a circolare la voce di un ritiro del lodo Annibali da parte di Iv (e per questo motivo il voto in commissione è stato rinviato a domani) Ettore Rosato è intervenuto per smentire: “No, non ci sperino proprio”.

Il lodo Conte bis non sarà nel Milleproroghe – Sono ore di trattative e tentativi di mediazione per riuscire a chiudere l’accordo su prescrizione e riforma del processo penale. Se da una parte si alzano i toni dello scontro politico e i renziani insistono nel paventare la mozione di sfiducia del ministro della Giustizia, dall’altra continua il lavoro parlamentare. Dopo le polemiche e l’ipotesi d’inammissibilità è saltata l’idea d’inserire in un emendamento al Milleproroghe anche il lodo Conte bis, cioè modifica condivisa nella maggioranza che prevede lo stop della prescrizione solo se condannati in primo grado. La modifica della riforma sarà probabilmente inseria in un disegno di legge a parte: finirà probabilmente sul tavolo del consiglio dei ministri di giovedì, insieme alla riforma del processo penale. Ma non è l’unica soluzione che sta valutando l’esecutivo. La scelta dell’esecutivo di non inserire nel Milleproroghe il lodo Conte bis, cioè l’accordo tra Pd, M5s e Leu per modificare la riforma Bonafede, fa cantare vittoria a Renzi. “Finalmente, non ha vinto Iv e non ha vinto io, ha vinto il buonsenso. Con tutti i problemi che abbiamo in Italia ci fossimo messi a fare una crisi sulla prescrizione ci avrebbero ricoverato. E’ un passo avanti”, dice l’ex premier che attacca Nicola Zingaretti: “Si è messo a fare il giustizialista e a inseguire i grillini”. Dal Pd si dicono “basiti. C’è poco da esultare dalle parti di Italia Viva: se per ancora altri mesi sarà in vigore la legge Bonafede sulla prescrizione è solo merito loro, visto che si sono opposti alle modifiche della norma. Una vittoria di Pirro”.

Lo scontro Renzi-Pd – Insomma sullo sfondo dei lavori d’aula rimane vivo lo scontro dentro la maggioranza che vede i renziani schierati contro l’intervento del governo. Una situazione che, come evidenziato dal segretario Pd Zingaretti, per molti versi suona paradossale. Tra ieri e oggi l’ex premier e leader di Italia viva ha infatti più volte paventato la richiesta di sfiducia del ministro Bonafede. “Sfiduciare un ministro del governo di cui si fa parte è un teatrino insopportabile”, ha detto il leader dem. “Salvini, Meloni e Berlusconi – ha aggiunto Zignaretti – ormai stanno zitti perché l’opposizione per loro la sta facendo qualcun altro ed è insopportabile”. Nonostante ciò i renziani sono rimasti sulla loro posizione. Dal canto suo il Guardasigilli ha definito gli attacchi quotidiani di Renzi e suoi come tentativi di “molestare i cittadini” quando le priorità sono altre. Di fatto Pd, M5s e Leu si dimostrano compatti nel difendere la linea stabilita negli ultimi vertici di maggioranza, mentre i renziani insistono nel voler giocare il ruolo di chi sarebbe pronto da un momento all’altro a lasciare la coalizione. Quest’ultima strada appare comunque la meno probabile: Italia viva non ha nessun interesse ad andare al voto anticipato e i suoi alleati, ben consapevoli della situazione precaria, puntano a far rientrare lentamente lo scontro.

Lodo e riforma sul tavolo del Cdm – Il premier Giuseppe Conte, che alla Camera nel pomeriggio ha un lungo colloquio con Roberto Fico sul governo e i suoi equilibri, andrà avanti con il sostegno di M5s, Pd e Leu per cambiare la prescrizione. La discussione è aperta perché si stanno ancora mettendo a punto, spiegano dalla maggioranza, diversi aspetti del cosiddetto “lodo Conte bis”, che renderebbe definitivo lo stop alla prescrizione solo dopo il secondo grado di giudizio. Giovedì se ne parlerà in Consiglio dei ministri, insieme alla riforma del processo penale (su cui anche Iv dovrebbe votare a favore) per ridurre i tempi dei processi anche con sanzioni ai giudici che sforano, riformare il Csm escludendone i parlamentari e fermare le “porte girevoli” tra politica e magistratura. Il “lodo” sulla prescrizione potrebbe essere inserito in un disegno di legge ad hoc del governo (ma Italia viva in Cdm voterebbe contro). In alternativa si potrebbe delegare tutto al Parlamento, con un emendamento alla proposta di legge Costa che sarà in Aula alla Camera il 24 febbraio. O più probabilmente con una nuova proposta di legge di M5s, Pd e Leu. Qualunque strada si scelga, avverte già Renzi, il “lodo Conte” dovrà passare dal Senato e lì verrà bocciato perché “Iv voterà contro e nessun sostegno può mai arrivare al governo da Fi sul tema giustizia”.

Articolo Precedente

Bettino Craxi, per Pesaro è come Nilde Iotti. Il sindaco: “Una strada al leader Psi. Ai giardini il nome della presidente della Camera”

next
Articolo Successivo

Regionali Campania, De Luca sul ritardo della ricandidatura: “Il Pd mi ha sempre rotto le scatole, me ne infischio delle correnti di partito”

next