Tre anni dopo la tragedia dell’hotel Rigopiano, travolto e distrutto da una valanga il 18 gennaio del 2017, il Comitato delle vittime ha organizzato una cerimonia di commemorazione in cui è intervenuto anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: “Rappresento uno Stato che vuole dire ai familiari che è al loro fianco e lo sarà sempre, che chiederà scusa ogni volta che ci sarà da chiedere scusa per non aver avuto la capacità di difendere le vite e proteggere i loro familiari – ha detto il ministro a margine della cerimonia al palazzetto dello sport di Penne, che all’epoca fu la sede operativa dei soccorsi- Lo Stato ha il dovere istituzionale e morale di dare giustizia, sapendo che quella verità non riporterà indietro figli, madri, padri e fratelli morti tre anni fa”.

Nell’albergo di Farindola, in provincia di Pescara, c’erano 40 persone – tra ospiti e dipendenti – quando una slavina da 120 tonnellate travolse la struttura: i soccorsi impiegarono 20 ore per arrivare sul posto e una settimana per individuare superstiti e cadaveri. Nel crollo, morirono 29 persone.La magistratura aprì un’inchiesta per verificare l’idoneità della struttura ma soprattutto i ritardi e le inefficienze nella macchina dei soccorsi. Bonafede nel suo intervento ha ribadito il suo impegno a “permettere che ci sia un sistema giustizia che funziona, in modo tale da scrivere leggi che siano lo specchio della giustizia affinché tragedie come quella di Rigopiano non si verifichino più e affinché i familiari delle vittime, nei casi in cui purtroppo ci sono, possano sentire che lo Stato vuole dare una risposta di giustizia“. E infine ha concluso: “Nessuna delle vostre lacrime e delle vostre parole rimarrà qui oggi”.

Alla cerimonia, oltre ai parenti delle vittime, partecipano anche il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, il prefetto di Pescara, Gerardina Basilicata, l’ex vicepresidente del Csm e consigliere regionale Giovanni Legnini, esponenti politici regionali e locali, rappresentanti delle forze dell’ordine, tra cui il questore di Pescara e i comandanti provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza. Alle 16:49, l’orario esatto in cui la valanga travolse l’hotel, il suono delle trombe ha ricordato le persone che hanno perso la vita. Era presente anche Fabio Salzetta, uno degli 11 sopravvissuti, che all’epoca lavorava nell’albergo: “C’è sempre un grande dolore, viviamo il dolore tutti i giorni. Io sono stato un miracolato: dei dipendenti che stavano lavorando sono l’unico superstite. Sono stati cinque giorni infiniti e vivevo giorno per giorno nella speranza di trovare più gente viva possibile”. Per giorni, Salzetta rimase sul posto, cercando di aiutare i soccorritori a localizzare le persone sepolte, per via della sua conoscenza della struttura. “Speriamo nella giustizia. Che vengano fuori i colpevoli per quello che non è stato fatto per evitare 29 vittime”.

A distanza di tre anni resta l’insegna del resort, neppure sfiorato dalla valanga e il totem con le foto delle vittime, messe lì dopo la tragedia e lasciate come ricordo del lutto. Intorno sono ben visibili ancora i resti degli alberi divelti. Dopo la commemorazione davanti al totem, dal bivio Mirro (tra Rigopiano e Farindola) è partita la fiaccolata che è poi arrivata davanti alla chiesa di “San Nicola Vescovo”, dove sta per essere celebrata la messa dal parroco di Farindola, don Luca Di Domizio, alla presenza del vescovo di Pescara, monsignor Tommaso Valentinetti.

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