“Sala ordina, l’antifa agisce. Il popolo subisce”. È lo striscione firmato Forza Nuova trovato davanti al Municipio 6 di Milano, non molto distante dal teatro di via Fezzan dove la senatrice a vita Liliana Segre e don Gino Rigoldi hanno tenuto un incontro con gli studenti del quartiere. L’ennesimo episodio di odio nei confronti della Segre, già destinataria di 200 messaggi antisemiti al giorno, è stato denunciato questa volta sul palco del teatro dal presidente del municipio 6, Santo Minniti che ha poi postato la foto dello striscione sui social: “Stamattina ho trovato questo striscione, poco prima dell’evento che faremo con Liliana Segre. Solo una cosa non mi è chiara: secondo voi va nel generico o nell’umido?”.
Contro lo striscione si pronuncia anche Roberto Cenati presidente dell’Anpi: “Manifestiamo la nostra profonda indignazione per questo ulteriore provocazione che offende le tradizioni antifasciste della nostra città”. E poi: “Liliana è per tutti noi riferimento fondamentale per il suo continuo richiamo a non essere indifferenti di fronte alle ingiustizie, alle discriminazioni e alla deriva xenofoba e antisemita che sta investendo l’Europa e il nostro Paese”.
Durante la mattinata la senatrice ritorna a parlare della Commissione contro l’antisemitismo e sulla decisione di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega di non votare a favore: “Sono ottimista, credo che la Commissione si farà e saranno tutti a partecipare”. E ha aggiunto: “Anche se non si è visto in televisione, molti degli astenuti al voto, più tardi, in realtà, mi hanno molto applaudita. Quindi non è che fossero proprio tutti indifferenti o che avessero solo obbedito ai capigruppo”.
È fiduciosa la Segre: “Voglio pensare che le coscienze e le anime di chi ha votato in un certo senso contro astenendosi, non siano tutte insensibili, ma che si siano adattate a quegli ordini politici, a cui io non riesco ad adattarmi, per cui ci si astiene o meno a seconda della decisione della scuderia“. Infine, a chi le ha chiesto di Matteo Salvini lei ha risposto così: “Lo incontrerò, certo, perché non dovrei? Se lui mi vuole incontrare perché no? Se io non odio, perché non dovrei aprire la porta?”.
Sulla questione dell’antisemitismo è tornato a parlare proprio l’ex ministro dell’Interno: “Penso che chi nega l’Olocausto va curato da uno bravo bravo. Ma sul fatto di mettere in mano a una commissione partitica il giudizio di cosa è razzismo ho qualche dubbio – ha detto a Napoli – Sull’antisemitismo nessun problema: vanno curati sia quelli che vanno in giro con la svastica sia quelli con falce e martello. Di sicuro Liliana Segre può insegnarmi qualcosa, Balotelli no”.

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