Nella scuola del futuro l’aria è depurata da alberi e piante all’esterno e all’interno dell’edificio. Ogni superficie, orizzontale o verticale, è coperta di piante. Gli studenti, ai primi anni della loro formazione, imparano a convivere con le piante e a trarre dalla loro compagnia tutti i benefici possibili; non solo ambientali, ma anche fisici e psichici.

Non è una fantasia, ma può trasformarsi in realtà grazie al progetto di GoFundMe Italia e il professore Stefano Mancuso, scienziato di fama internazionale e direttore del Linv (International Laboratory for Plant Neurobiology).

La riforestazione urbana è uno dei possibili strumenti per contrastare la crisi climatica. È chiaro che siano necessarie azioni volte alla riduzione delle attuali emissioni e una transizione verso le energie rinnovabili, ma nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa: coprire di alberi e piante le nostre città è un’azione semplice, dall’enorme potenziale e con un ritorno immediato.

Una scuola di Firenze potrebbe diventare il modello su cui trasformare tutte le altre scuole del mondo. Saranno realizzati numerosi interventi: una fabbrica dell’aria per la purificazione dell’aria interna, un bosco nel cortile della scuola per la purificazione e la climatizzazione dell’area, un orto didattico, dei tetti verdi fruibili e pareti verticali a bassa manutenzione.

Per realizzare questo progetto, dal nome “Ci vuole un albero!”, è nato un crowdfunding: l’obiettivo finale di 200mila euro è stato calcolato in base al costo per alunno, circa 350 euro, e la scuola verrà scelta in base alle dimensioni che si riusciranno a coprire con i fondi raccolti.

Il progetto non si ferma qui. GoFundMe lancia con la campagna un appello a tutti gli studenti, i genitori e gli insegnanti d’Italia per trasformare gli edifici scolastici in scuole verdi. Per questo tutti potranno lanciare una campagna di raccolta fondi su www.gofundme.com per realizzare tantissime scuole verdi a partire dal proprio quotidiano.

Articolo Precedente

Vajont, 56 anni dalla tragedia. Una profezia sul destino del progresso sfrenato

next
Articolo Successivo

Allevamenti bovini, la fine si avvicina. E non sarà il solo grande cambiamento per gli animali

next