Cultura

Le basi proprio della grammatica, dalla punteggiatura alla “rivincita del T9”: la lingua italiana ai tempi della comunicazione digitale

Il libro, edito da Bompiani, è stato scritto da Manolo Trinci che nel 2015 ha creato una pagina Facebook Gram-modi. Dopo quattro anni ha raccolto i suoi post e le sue pillole in un volume: "Il mio intento era fare un passo oltre la risata bonaria o la derisione per indicare soprattutto ai coetanei che si possono sciogliere i dubbi grammaticali con leggerezza"

di Stefania Massari

La grammatica è sempre stata considerata una materia complessa perché ricca di regole difficili da memorizzare. Ma oggi, con l’avvento della comunicazione digitale, il problema sembra essere stato risolto. Come? Spesso trascurando i diktat imposti dalla nostra lingua, lasciando il posto a un tipo di scrittura abbreviata e facilitata addirittura da un correttore automatico che corregge le eventuali lacune che ci portiamo dietro dal nostro trascorso scolastico. E non importa se la conseguenza di questa negligenza sia la lettura di improponibili strafalcioni che suscitano una certa ilarità, ciò che conta è comunicare e far recepire all’interlocutore quello che abbiamo da dire, senza badare necessariamente alla forma.

Proprio per questo motivo, Manolo Trinci, un giovane appassionato di grammatica, ha creato nel 2015 una pagina Facebook chiamata GRAM-MODI che è diventata in poco tempo il luogo di incontro di internauti interessati a consigli e a correzioni sulla lingua italiana. Un progetto pensato per il social di Zuckerberg, poi trasformato anche in un profilo Instagram con vignette, informazioni e pillole sulle regole grammaticali. Ma non solo. Il materiale raccolto in questi anni ha infatti dato vita a un libro, “Le basi proprio della grammatica – Manuale di italiano per gli italiani” (Bompiani, 288 pagine, 14 euro) che non vuole dare tutte le risposte ai dubbi grammaticali che quotidianamente ci assillano, ma può essere di supporto per risolverne alcuni in maniera chiara e semplice.

Trinci, infatti, spiega la grammatica italiana con un linguaggio moderno e ci propone un testo esauriente, ricco di approfondimenti. Oltre alle parti dedicate all’ortografia nelle quali si spiega come impiegare la punteggiatura nella costruzione delle frasi e quali siano gli errori da evitare, interessanti sono le parti relative alla “rivincita” del T9 nei confronti del correttore automatico che velocizza il nostro modo di scrivere senza dover pigiare più volte lo stesso tasto per arrivare ad una lettera, all’uso misurato degli anglicismi a favore dei vocaboli italiani e alla spiegazione accurata su come scrivere una mail in maniera professionale. Il tutto è corredato da ottanta vignette che rendono la spiegazione delle regole più allegra e facilmente memorizzabile in modo tale da poterla utilizzare nei vari contesti in cui ci si trova.

Questo ci fa capire che la grammatica può essere una nostra alleata e che è possibile riavvicinarsi ad essa con un approccio nuovo, anche perché siamo in presenza di una lingua viva che si evolve e che può inglobare termini ed espressioni più vicine al nostro modo di comunicare, senza dimenticare però che certe regole bisogna saperle utilizzare nella maniera corretta. Ad esempio, il congiuntivo va a braccetto con il condizionale, meglio ricordarsene per non fare figuracce; po’ si scrive con l’apostrofo e non con l’accento; gli aggettivi vanno concordati con i sostantivi a cui si riferiscono ed in questo caso non c’è tastiera che tenga: una regola o la si conosce oppure si rischia di risultare come quei grafomani disattenti, presenti ovunque su Internet, che commettono una serie di errori imperdonabili tanto da essere ripresi dai puristi della lingua, i grammar nazi, che non ammettono alcun tipo di titubanza.

Da questo punto di vista, l’autore del libro è più malleabile e utilizza l’arma dell’ironia per stemperare gli animi e per far comprendere che è possibile recuperare il tempo perduto e ritornare ad apprendere, con un pizzico di buona volontà e di umorismo, quelle regole che risultavano ostiche. “Il mio intento era fare un passo oltre la risata bonaria o la derisione per indicare soprattutto ai coetanei che si possono sciogliere i dubbi grammaticali con leggerezza“, scrive Trinci.

Solo così il lettore potrà appassionarsi nuovamente alla lingua italiana e gustarsi fino alla fine la lettura di questo manuale che non vuole sostituirsi ai testi ufficiali, ma che allo stesso tempo può essere d’aiuto per allontanare qualsiasi incertezza e per far comprendere che l’italiano è una materia interessante alla portata di tutti.

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