Dopo tre in carcere, l’ex viceprimario del Pronto soccorso di Saronno, Leonardo Cazzaniga, torna a casa. Il medico – attualmente a processo per 12 morti sospette in corsia e tre nella famiglia dell’ex amante infermiera Laura Taroni – ha ottenuto la detenzione domiciliare dalla Corte d’assise del Tribunale di Busto Arsizio.

I giudici hanno accolto la richiesta dell’avvocato Ennio Buffoli, presentata la scorsa settimana, affinché Cazzaniga possa uscire dalla cella ed essere trasferito a casa dei genitori con il braccialetto elettronico.

Il processo a suo carico è ormai alle battute finali. Secondo l’accusa esisteva un “protocollo Cazzaniga”, consistente in un cocktail di farmaci somministrato dall’ex viceprimario che si è difeso parlando di una tecnica per “lenire le sofferenze dei pazienti prossimi al decesso”. Già affidato a incarichi amministrativi, Cazzaniga era stato radiato dall’Albo dei medici dopo l’arresto.

Relativamente alle morti del marito e della madre di Taroni, la stessa infermiera è stata condannata in appello a 30 anni lo scorso luglio con rito abbreviato. Venne assolta già in primo grado, invece, per la morte del suocero. La pg di Milano Annunziata Ciaravolo aveva ricordato la “malafede” con la quale l’infermiera partecipò alla messa a punto del cosiddetto “protocollo”.

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