Adriana Signorelli, uccisa a Milano dall’ex. Aveva già denunciato ed ecco il consiglio facile facile che le hanno dato le forze dell’ordine: cambiare casa. Sarebbe questa la magnifica efficienza del Codice rosso? Talmente efficiente che quando lei viene uccisa perché non ha fatto in tempo a “cambiare casa” i bravi tutori la colpevolizzano. Tutta colpa sua che non se ne è andata, non è fuggita, non si è nascosta. E dove avrebbe dovuto andare quella potenziale vittima di femminicidio? Dalla figlia.

Riassumendo: ti consigliano di andartene e se non fai in tempo a procurarti, tu, da sola, un altro luogo di abitazione, cattiva tu che non te ne sei andata e dunque se il tuo ex ti uccide è colpa tua. Ho già scritto dell’inutilità di provvedimenti intrisi di paternalismo che il governo redige e approva senza aver consultato chi di donne vittime di violenza di genere si occupa davvero. A che serve la denuncia se l’unica cosa che si può fare è consigliare alla vittima di scappare via? E perché non pare esserci stato alcun collegamento tra le forze dell’ordine e i centri antiviolenza? Perché non si sono preoccupati di indicare alla donna l’esistenza di case rifugio? Perché è lei che deve scappare e procurarsi da sola un posto in cui vivere?

Le case rifugio sono vitali in questi casi e mentre amministrazioni e Stato tagliano risorse a chi da sempre si occupa di salvare la vita delle donne, mentre le case rifugio rischiano di chiudere o sono state già chiuse per mancanza di fondi, le donne continuano a morire ammazzate.

Cos’è dunque il Codice rosso? Un modo per annoverare un aumento delle denunce? Ma se alle denunce non segue un percorso puntuale di aiuto nei confronti della vittima, non consigli paterni, ma strumenti reali che lei possa usare, allora a che serve? Una denuncia, se lui continua a poter accedere alla vita della donna, non fa che acuire il problema. Il violento diventa ancora più violento e addirittura penserà che lei abbia tradito la regola dell’omertà che vige in questi casi. Mi stai rovinando la vita, gli dirà lui, mentre la picchia e la uccide.

Non è la vittima che deve procurarsi un posto in cui andare a vivere in alternativa. Non è così facile neppure abbandonare casa propria. Se la denuncia indica un pericolo reale è a lui che bisogna consigliare di non avvicinarsi a lei. E’ a lui che deve essere impedito di ucciderla. In condizioni di così grave pericolo una donna non può essere lasciata da sola a fare le valigie mentre il violento le rompe la porta per entrare.

Codice rosso? Inutile propaganda sulla pelle delle donne. Come per ogni legge fatta senza consultare le donne stesse. La prossima volta che una donna muore ammazzata dopo aver denunciato molte volte, cosa che accade troppo spesso, chiedetevi perché. Non è colpa della vittima ma è l’inefficacia dello Stato che provoca quella morte.

Adriana, una tra le tante. Morta per negligenza dello Stato.

Articolo Precedente

Bologna, richiedente asilo iscritta all’anagrafe: il Viminale fa di nuovo ricorso. Avvocati migrante: “Colpo di coda di Matteo Salvini”

next
Articolo Successivo

Suicidio assistito, ProVita: anoressica e bullizzato potranno “farsi uccidere”. Cappato: “Cercano di spaventare parlando di diritti”

next