Cinema

Venezia 76, cinque film per augurare a Pedro Almodovar non uno ma dieci Leoni alla carriera

Un tributo il cui annuncio aveva incuriosito mesi fa chi non si aspettava tanto affetto per un autore da sempre legato a doppio nodo agli arcirivali del Festival di Cannes. Eppure un premio sacrosanto, anzi, doveroso

di Marco Colombo

Volver (2006) - 5/6

“Le donne sono state ridotte al silenzio per secoli, perciò hanno molte più cose da dire rispetto agli uomini”. Parole e musica di Pedro Almodovar, che con Volver compone il proprio manifesto in rosa. Ambientato nella natia La Mancha, il film porta in scena tre generazioni di mujeres spagnole in un dramma di sentimenti e fantasmi che profuma di nostalgia. Attingendo a piene mani dalla propria biografia, il cineasta segue infatti il respiro di Raimunda (Penelope Cruz), madre, sorella, nipote, amica, ma soprattutto figlia di Irene (Carmen Maura), morta anni prima ma pronta a tornare sotto forma di spirito per aiutare la famiglia e chiedere perdono. Un elemento eccezionale che, tuttavia, Almodovar rende ancora una volta ordinario, andando poi a setacciare la poesia tra le piccole cose. In una tinta per capelli o nella pulizia di casa, mentre si sbuccia una pera o si accudisce un’anziana malata. Immagini leggere eppure potenti, che non necessitano di molte parole e rapiscono lo spettatore in un mondo di cortili e stanze al femminile. Un affresco tanto reale da farci sentire coccolati e protetti, da annodare la gola e inumidire gli occhi. L’intero cast è in stato di grazia, con Cruz, Maura, Lola Dueñas, Chus Lampreave, Yohana Cobo, Blanca Portillo insignite di una collettiva Palma d’Oro come Migliori attrici al 59° Festival di Cannes.

Volver (2006) - 5/6
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