Cinema

Venezia 76, cinque film per augurare a Pedro Almodovar non uno ma dieci Leoni alla carriera

Un tributo il cui annuncio aveva incuriosito mesi fa chi non si aspettava tanto affetto per un autore da sempre legato a doppio nodo agli arcirivali del Festival di Cannes. Eppure un premio sacrosanto, anzi, doveroso

di Marco Colombo

Donne sull’orlo di una crisi di nervi (1988) - 2/6

Dopo aver dato scandalo nel suo primo decennio artistico, nel 1988 Almodovar si libera dei propri eccessi e punta dritto al cuore della settima arte. Gli attacchi alla Chiesa e alla società spagnola certo non mancano, ma con Donne sull’orlo di una crisi di nervi la satira diventa ironia e quel che ne fiorisce è un film meraviglioso. La trama è semplicissima e l’ambientazione da salotto: una donna cerca di contattare l’amante da cui è stata appena lasciata per dirgli che è incinta. A complicare le cose, tuttavia, c’è il mondo, che le si rovescia nell’appartamento innescando una commedia che è una boccata d’aria fresca. Isterico, passionale, dissacrante, l’immaginario del regista iberico esplode in una serie di scene che raccontano l’universo femminile con una profondità unica, denunciando le centinaia di piccole bugie che alimentano le nostre relazioni e dando vita a un caos strampalato e inverosimile. Eppure è proprio in questa esagerata quotidianità che sta il senso ultimo di una storia che è un invito a riflettere sulla più insensata tra le fantasie: l’amore. Quello vero, quello disperato, quello su cui piangere e poi ridere un po’ su. Presentata alla 45° Mostra di Venezia, la pellicola vale ad Almodovar la prima candidatura agli Oscar per il Miglior film straniero.

Donne sull’orlo di una crisi di nervi (1988) - 2/6
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