Le voci contrarie si erano levate fin dalle prime ore dopo l’inizio della crisi: Matteo Salvini, segretario della Lega, non può restare alla guida del ministero dell’Interno che in base al dettato costituzionale organizza le elezioni. Ora a dirlo chiaramente è Pietro Grasso: “Salvini non può gestire dal Viminale la fase elettorale – ha detto l’ex presidente del Senato – È inaccettabile che chi chiede alla piazza pieni poteri e si scaglia contro Parlamento e Magistratura sovrintenda i delicati passaggi del voto. Dovrà essere un Governo elettorale a gestire le settimane che ci separano dal voto”.

Si riferisce, l’esponente di Liberi e Uguali, ad alcune frasi pronunciate nelle ultime ore dal vicepremier del Carroccio. “Non sono nato per scaldare la poltrona – ha detto Salvini giovedì sera a Pescara – Chiedo agli italiani se ne hanno la voglia di darmi pieni poteri per fare quel che abbiamo promesso di fare, fino in fondo senza rallentamenti”. Oggi, poi, il leader leghista ha puntato il dito contro i magistrati: “Dai giudici di Bologna altra sentenza a favore degli immigrati – ha detto riferendosi alla decisione del tribunale felsineo di dichiarare inammissibile il ricorso del Viminale contro l’iscrizione all’anagrafe di una migrante armena – il prossimo governo dovrà fare una vera riforma della Giustizia, non viviamo in una ‘repubblica giudiziaria“.

Sul tema il diretto interessato ha già preso tempo. “Dimettermi da ministro se mi candido premier? – ha detto rispondendo a una domanda a Termoli – Una cosa alla volta. Intanto assicuriamoci di andare a votare, che sento un’aria strana in giro…”.

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