“Arrivare ai mandanti è possibile. Basta volerlo, occorre che ci sia la volontà di farlo. E questa volontà adesso c’è”. Per il 39esimo anno Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione familiari delle vittime, sale sul palco antistante la stazione centrale di Bologna per l’anniversario della strage che il 2 agosto 1980 fece 85 morti e 200 feriti. “Dal 1981 – dice – anno in cui feriti e parenti delle vittime si sono uniti in associazione non abbiamo mai smesso di perseguire giustizia e verità: non ci fermammo allora e non ci fermeremo. Per noi e per tutti”. Ricorda che “dopo anni di ostacoli e difficoltà di ogni tipo la prima vittoria giudiziaria è arrivata con la condanna definitiva dei depistatori, i dirigenti del Sismi il generale Musumeci e il colonnello Belmonte, il faccendiere Pazienza e il gran maestro della loggia P2 Licio Gelli, e degli esecutori materiali, Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini. Questi sono solo alcuni dei nomi dei colpevoli. Il quadro non è ancora completo, soprattutto mancano i nomi dei mandanti e degli ispiratori politici e per questo, a 39 anni da quel terribile giorno, andiamo avanti e andremo avanti fino a quando la giustizia non li avrà identificati e condannati”.

In corso a Bologna c’è il processo all’ex Nar Gilberto Cavallini. Il fascicolo era stato avocato dalla procura generale dopo la richiesta di archiviazione della procura.

Per l’anniversario della strage interviene anche, come ogni anno, il capo dello Stato Sergio Mattarella, ringraziando l’associazione dei famigliari delle vittime, ricorda che “l’impegno profuso non è riuscito a eliminare le zone d’ombra che persistono sugli ideatori dell’attentato. È una verità che dovrà essere interamente conquistata, per rendere completa l’affermazione della giustizia”. Molte sono le domande a cui potrà rispondere il processo in Corte d’Assise, presieduto da Michele Leoni. E c’è attesa per le testimonianze dei periti chiamati a chiarire sull’interruttore ritrovato a Prati Caprara e anche gli esiti del test del Dna su alcuni resti all’inizio attribuiti alla vittima Maria Fresu, morta insieme alla figlia Angela. Lo scorso 28 maggio poi è stato revocato il proscioglimento dell’ex primula nera di Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini. La procura generale aveva chiesto la revoca del proscioglimento anche per un fotogramma che compare in un filmato amatoriale Super 8 girato da un turista tedesco in cui si notava una “spiccata somiglianza” fra una persona immortalata quella mattina nei pressi del primo binario poco dopo l’esplosione e Bellini. Ed è anche per questo che i familiari delle vittime hanno rivolto un appello a chiunque possa avere immagini di quel giorno da consegnare a chi non ha smesso di indagare.

“C’è un impegno comune del Senato della Repubblica e dalla Camera dei deputati che mira a portare avanti il processo di declassificazione e digitalizzazione dei documenti delle commissioni di inchiesta. Ed è significativo che proprio nella giornata di oggi si tenga sul tema un tavolo tecnico fra le due amministrazioni per individuare i prossimi passi, con l’obiettivo di realizzare un portale unico parlamentare in cui rendere disponibili atti precedentemente classificati o comunque non direttamente accessibili al pubblico” annunciano i presidenti del Senato, Elisabetta Casellati, e della Camera, Roberto Fico.

Sul tema dei mandanti insiste anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, in Consiglio comunale a Bologna. “La ricerca su di loro sta facendo passi avanti – ha detto -. Dobbiamo andare fino in fondo, ci sono nuovi tasselli, ma purtroppo ce ne sono ancora di mancanti sulla verità sulla strage. La ricerca dei colpevoli e dei mandanti – ha detto il ministro – non è finita, dallo Stato arriverà tutto il supporto alla magistratura per andare fino in fondo”. E ha aggiunto: “Siamo i al fianco magistrati – ha scandito – che sono al lavoro, un lavoro delicato dopo i processi sui depistaggi, che ci costringe ancora ad una attesa ma che ci dà la speranza di far luce finalmente su quanto accaduto senza zone d’ombra. Il tempo del silenzio è finito, ci stiamo muovendo tutti nella stessa direzione”. Il Guardasigilli commenta favorevolmente la proposta di una commissione bicamerale di inchiesta su dinamiche e connessioni del terrorismo interno e internazionale con la strage di Bologna.

“39 anni fa la Strage di Bologna in cui persero la vita 85 innocenti. I familiari, e l’Italia tutta, attendono ancora risposte. Questo governo – scrive su Twitter il premier Giuseppe Conte – continuerà a garantire il massimo appoggio ai magistrati della Procura generale di Bologna che sono impegnati a ristabilire tutta la verità”. E anche il vicepremier Luigi Di Maio su Twitter scrive: “Speriamo di arrivare ai mandanti. La politica ha il dovere di dare risposte ai familiari delle vittime della strage di Bologna. 85 vite spezzate che chiedono giustizia. Basta silenzi e misteri, mettiamo in campo tutti gli strumenti per la verità”. “Bologna. Ore 10.25 del 2 agosto 1980. Un potente ordigno viene fatto esplodere, 85 donne e uomini perdono la vita, è una strage. Una ferita che rimane aperta nel cuore dell’Italia. Perché fatti del genere non accadano mai più” scrive su Twitter il vicepremier Matteo Salvini.

Articolo Precedente

Napoli, follia in tangenziale: auto in retromarcia sulla corsia di accelerazione. Verdi: “Assurdo, non credevamo ai nostri occhi”

next
Articolo Successivo

Catanzaro, carabinieri fanno firmare verbale al falso cieco per denunciarlo

next