Tre deputati di Liberi e Uguali, ma anche i sindaci di Palermo e Napoli. E poi l’Arci, Addiopizzo e Greenpeace. Matteo Salvini la chiama “la nave dei centri sociali” con chiaro intento offensivo. Ma a sostenere Mediterranea, la ong proprietaria della nave Alex che sta facendo rotta su Lampedusa, ci sono anche molte altre realtà legate alla società civile. Tra i promotori del progetto varie associazioni, onlus, ong tra cui Arci nazionale, Ya Basta di Bologna, la ong tedesca Sea-Watch, il magazine online I Diavoli e l’impresa Moltivolti, il Mediterraneo Antirazzista, il centro sociale Tpo-Labas di Bologna.

Il progetto della ong italiana che con un’imbarcazione pattugli il Mar Mediterraneo centrale è stato presentato nell’ottobre scorso in conferenza stampa all’Hotel Nazionale a Roma. L’armatore, l’operatore sociale Alessandro Metz spiegava: “Banca Etica ci ha fatto un fido molto importante, garantito da me, Nichi Vendola, Nicola Fratoianni, Rossella Muroni ed Erasmo Palazzotto”. Gli ultimi tre sono parlamentari eletti alla Camera. C’è poi Luca Casarini, l’ex leader dei no-global diventato il capo missione di Mediterranea.

A livello economico, massima trasparenza visto che sul sito dell’ong è specificata la provenianza di ogni euro e il modo in cui è stato speso. “Lo sviluppo del progetto non sarebbe stato perciò possibile senza il sostegno iniziale delle organizzazioni della società civile italiana e delle singole persone che hanno creduto nell’operazione con contributi a fondo perduto per 98.115 euro e prestiti solidali infruttiferi per 115.000 euro, raccolti tra il luglio e l’agosto 2018″, scrivono da Mediterranea.

Decisiva per la nascita della ong è stata Banca Etica, come ha spiegato Metz: “A fronte di una obiettiva valutazione del progetto stesso e della disponibilità dei garanti, a concedere nel settembre 2018 una linea di credito di 465.000 euro. Dal 4 ottobre 2018 in poi sono stati invece oltre 5.000 donatori ad apportare (al 25 marzo 2019) 518.533 euro ai diversi canali di crowdfunding. Deve anche essere considerato che numerose tra queste donazioni arrivano da soggetti collettivi (associazioni, parrocchie, centri sociali etc.), che le hanno raccolte in occasione di iniziative pubbliche con centinaia di persone partecipanti”, si legge sempre sul sito della ong.

“Tuttavia – continua il sito di Mediterranea – anche nella prospettiva della prosecuzione delle missioni (a partire già prossime e per tutto l’anno 2019), le significative entrate così raccolte restano per il momento leggermente inferiori alle uscite, complessivamente 1.225.333 euro al 25 marzo scorso. Innanzitutto per i costi legati alla ricerca, individuazione e acquisto della nave “Mare Jonio” (oltre 360.000 euro). Poi per la necessità di adattare questo rimorchiatore, varato nel 1972, alle attuali normative in materia di navigazione e alle prescrizioni via via richiesteci dalle Autorità Marittime italiane, con lavori di cantiere che nel 2018 sono costati 163.589 euro e nel 2019 già 125.145 euro. Abbiamo poi voluto dotare la nave dei più moderni sistemi di comunicazione (radiotrasmittenti e internet) e di ricognizione a mare (radar ad esempio) per quasi 70.000 euro. Il tutto porta le spese complessive di gestione dei primi sei mesi di navigazione e attività a 554.605 euro, inclusi rifornimenti di carburante per 90.641 euro, stipendi del personale marittimo imbarcato per 81.177 euro, noleggi d’imbarcazioni appoggio per 82.312 euro“.

 

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