Whirlpool vuole vendere lo stabilimento di Napoli, nonostante lo scorso ottobre abbia firmato un accordo quadro con i sindacati per il trasferimento della produzione di lavatrici in Italia e zero esuberi nel 2021. Un’intesa festeggiata dal vicepremier Luigi Di Maio che parlò di un “un cambio di passo per l’Italia” perché dopo la lotta alle delocalizzazioni “sta succedendo qualcosa che va oltre: stiamo riportando lavoro in Italia”. Oggi, dopo l’incontro con i rappresentanti sindacali, il ministro dello Sviluppo Economico attacca i vertici dell’azienda: “Una mancanza di rispetto”.
Sette mesi dopo, la doccia gelata per i 430 lavoratori di Napoli dell’azienda elettrodomestici. In mattinata, denuncia la Fiom-Cgil, i sindacati hanno incontrato il management ed è arrivato l’annuncio: la multinazionale americana ha intenzione di vendere lo stabilimento del capoluogo campano, coinvolto nel piano triennale insieme a Comunanza, in provincia di Ascoli Piceno, Teverola, Cassinetta di Biandronno, in provincia di Varese, fino a Melano, passando per Siena e Carinaro.
“Solo a ottobre scorso, con un accordo quadro sottoscritto in sede ministeriale, quindi con l’impegno anche del ministro Di Maio, Whirlpool aveva dato garanzie di investimenti e salvaguardia dell’occupazione in tutti gli stabilimenti del gruppo”, denunciano i sindacati definendo “inaccettabile” che “gli impegni presi vengano disattesi in questo modo, a ogni cambio di management”. Per questo è stato chiesto un incontro urgente al ministero dello Sviluppo Economico, dove una delegazione Fiom-Cgil è stata ricevuta alle 12.30. “È necessaria una presa di posizione del governo, co-attore dell’accordo quadro che ad oggi viene messo in discussione dall’azienda”, dicono i metalmeccanici spiegando che tutti gli stabilimenti del gruppo si sono fermati bloccando la produzione. Il Mise ha poi annunciato di aver convocato un tavolo di crisi per martedì 4 giugno.
La presa di posizione è arrivata per bocca proprio di Luigi Di Maio: “Stracciando l’accordo del 25 ottobre, i nuovi vertici di Whirlpool hanno mancato di rispetto ai lavoratori, ancor prima che al ministero dello Sviluppo Economico e al governo stesso – ha scritto su Facebook – Pretendo che venga puntualmente fatta chiarezza”, aggiunge sottolineando di essere pronto a “rimettere in discussione l’intero piano industriale e a verificare l’utilizzo che è stato fatto degli ammortizzatori sociali fino a oggi”.
Ciò che ha irritato il vicepremier non è solo il fatto che, così, sarebbero a rischio 430 posti di lavoro, ma che la decisione arrivi pochi mesi dopo un accordo firmato dall’azienda: “La notizia della chiusura dello stabilimento Whirlpool di Napoli – afferma Di Maio – sarebbe già grave al solo pensiero che 430 lavoratori rischino di non avere più un posto di lavoro, ma diventa assurda se si pensa che, con questa scelta, i vertici aziendali decidano di stracciare un accordo che Whirlpool ha firmato lo scorso 25 ottobre al ministero dello Sviluppo Economico e col quale si impegnava a investire in Italia con un piano triennale da 250 milioni di euro. Solo dopo la firma di quell’accordo e l’impegno concreto della multinazionale, il ministero del Lavoro concesse gli ammortizzatori sociali a sostegno delle donne e degli uomini che lavoravano per la Whirlpool. Aiuti meritati, visto l’impegno da loro profuso e poiché vittime incolpevoli di fallimenti che nulla avevano a che fare con la loro attività”.
Duro anche il comunicato del Mise che attacca i vertici aziendali per aver deciso di non rispettare l’accordo del 25 ottobre scorso: “È stato stracciato l’accordo che la stessa multinazionale aveva firmato lo scorso 25 ottobre, un atteggiamento non tollerabile – si legge in una nota del ministero – Quanto è successo con l’azienda Whirlpool è molto grave“.
L’intesa firmata a ottobre prevede incentivi alla mobilità su base volontaria o per accompagnamento alla pensione ed il ricorso alla cassa integrazione straordinaria che il ministero del Lavoro ha concesso per il 2019 ed il 2020: così verrà garantito “un aumento dei volumi produttivi e l’azzeramento degli esuberi da qui al 2021″. L’accordo – in teoria, a questo punto – scongiura l’ipotesi di circa 800 esuberi (623 nella produzione e 169 negli uffici centrali). Nel piano c’è il trasferimento dalla Polonia della produzione delle lavatrici e lavasciuga da incasso, con il sito di Comunanza che diventerà l’hub dell’area Emea per la produzione.
Di fronte alle novità annunciate da Whirlpool, insorgono le opposizioni. Per Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia, “alla deprecabile scelta aziendale si somma la sciatteria di Di Maio” e chiede quindi che il governo “dia immediatamente delle risposte”. La “drammatica” vicenda dei 430 lavoratori Whirlpool di Napoli per il Pd è invece “l’ennesima conferma di un governo completamente assente e con zero credibilità che sta azzoppando il lavoro”. Nelle ultime settimane, affermano i dem, “abbiamo assistito a inaccettabili colpi di mano da parte di imprese che, come nel caso di Mercatone Uno, hanno lasciato a casa centinaia di famiglie nel silenzio assordante del vicepremier e ministro del Lavoro Di Maio, impegnato con l’alleato Salvini in una campagna elettorale permanente”.