Matteo Salvini porta a Bruxelles il proprietario del lido dove ama trascorrere le vacanze estive.  Ma anche la fedelissima anti rom, due euroscettici doc, che non guastano mai, un paio di ex di Forza Italia e un’ex craxiana. E poi l’ex sindaco di Adro,  il paesino in provincia di Brescia diventato famoso alcuni anni fa perché sulla facciata della sucola era spuntato il sole delle Alpi, storico simbolo della Lega. Altri tempi, visto che di tutta la simbologia padana, il nuovo” Carroccio della Nazione” ha salvato solo Alberto da Giussano. È bastato per sbancare alle urne, superare il 34% e portare a Bruxelles almeno 28 europarlamentari. Beneficiano tutti dell’effetto traino del ministro dell’Interno, che prende più di due milioni di preferenze in tutte le cinque circoscrizioni. In questo modo entrerà all’Europarlamento Massimo Casanova, il gestore del Papete Beach di Milano Marittima: ha preso 65mila voti nella circoscrizione Sud.

Il Papeete a Bruxelles con i no euro – Al Centro supera i 47mila voti Susanna Ceccardi, sindaca di Cascina, in provincia di Pisa. Nota pasionaria salviniana, si è fatta conoscere per la sua avversione per i campi rom, demoliti personalmente a colpi di ruspaAveva destato scalpore anche il suo post su facebook contro l’indimenticabile Imagine di John Lennon, definita una “canzone comunista“. Salvini porta a Strasburgo anche due esponenti del fronte euroscettico: il professor Antonio Maria Rinaldi eletto al centro con 44mila voti, e l’avvocato Francesca Donato con 28mila voti nelle Isole. Il primo è una presenza fissa in tv: erede di una storica e ricca famiglia romana di banchieri, ex docente all’università Gabriele D’Annunzio di Chieti, poi passato alla Link University dell’ex ministro Dc Vincenzo Scotti (a causa del mancato rinnovo del contratto), si presenta come allievo di Paolo Savona. Soprannominato “Bombolo” dall’amico Alberto Bagnai, Rinaldi è arrivato a indossare un giubbotto catarifrangente in diretta televisiva per manifestare la sua solidarietà ai gilet gialli. Donato, invece, è presidente di Eurexit, associazione con un sito web in cui si sostiene: “L’eurozona va profondamente riformata, oppure smantellata concordemente per consentire la sopravvivenza dell’Unione Europea e lo sviluppo omogeneo dei paesi che la compongono. Se nulla di ciò verrà fatto, presto uno dei suoi membri sarà costretto ad uscire dall’euro per non fallire e l’intero sistema crollerà, con gravi danni per tutti”. Concetti che ora l’avvocato Donato potrà esplicitare direttamente dai banchi dell’Europarlamento.

Bonfrisco e Sardone: cambiacasacca in Ue – Ma non ci sono solo new entry tra gli eletti del Carroccio. La Lega, imfatti, porta a Bruxelles anche alcuni volti già noti alla politica. Come Oscar Lancini, l’ex sindaco di Adro che decise di tapezzare la scuola del suo paese con il sole delle Alpi, attirandosi polemiche da tutta Italia. Nel 2017 era stato condannato in primo grado a tre anni per turbativa d’asta: in appello, però, la sentenza è stata annullata. Eletta anche Gianna Gancia, consigliera regionale in Piemonte e moglie dell’ex ministro Roberto Calderoli: ha preso 19mila voti.  Sempre nella circoscrizione Nord occidentale guadagna un posto a Bruxelles Silvia Sardone con 44mila voti. Ex pupilla di Silvio Berlusconi, poi passata alla corte di Salvini, Sardone è un’altra presenza fissa dei dibattiti televisivi contro i nobati. Ha conquistato la poltrona a Bruxelles anche grazie a un endorsement importante: il sindaco di Sesto San Giovanni ha scritto ai suoi concittadini per invitare a votarla. Perché tanto tifo per una leghista visto che il primo cittadino dell’ex Stalingrado d’Italia è ancora un esponente di Forza Italia? Semplice: si tratta di suo marito. Nella circoscrizione Nord est vongono rieletti Mara Bizzotto (94mila voti) e Angelo Ciocca (89mila).  La prima aveva definito “vomitevole” la posizione sull’immigrazione della Francia, mentre il secondo – noto come il “bulldog” della Lega – è l’europarlamentare che si è tolto una scarpa per calpestare in pubblico il discorso appena pronunciato da Pierre Moscovici. Ciocca è stato condannato in primo grado a un anno e 6 mesi per le Spese pazze in Lombardia. Strappa un biglietto per l’Europa anche una leghista dell’ultima ora: Cinzia Bonfrisco. Quattro volte senatrice, già craxiana, poi berlusconiana, quindi passata alla corte di Raffaele Fitto, Bonfrisco ha preso 37mila voti. Da cinque anni i magistrati di Verona vorrebbero processarla per corruzione: dopo che il Senato aveva negato l’autorizzazione a procedere, il tribunale si è appellato alla Corte costituzionale. 

Forza Italia: torna Pivetti e spera l’indagata Lara Comi – Per due ex di Forza Italia elette con la Lega, ecco una storica esponente del Carroccio degli albori che potrebbe arrivare a Bruxelles da berlusconiana: Irene Pivetti. L’ex presidente della Camera prende solo 9mila voti nel Nord Est e sarebbe eletta se Silvio Berlusconi optasse per un altro dei 7/8 seggi vinti dal suo partito. Stesso discorso nel Nord Ovest, dove dietro l’ex premier ci sono Massimiliano Salini, ex presidente della provincia di Cremona e considerato vicino a Comunione e Liberazione (eletto comunque con 37mila voti) e Lara Comi indagata per finanziamento illecito ma premiata comunque da 32mila elettori. E a proposito di “premi” ha preso 996 voti Pietro Tatarella,  attualmente in carcere dopo essere stato coinvolto nell’inchiesta sulle tangenti in Lombardia. Tatarella era uno dei cinque “impresentabili” della commissione Antimafia: solo uno siederà al Parlamento europeo. Chi? Silvio Berlusconi. Condannato in via definitiva per frode fiscale nel 2013, riabilitato l’anno scorso, l’ex premier è ancora oggi imputato per corruzione in atti giudiziari sia a Roma che a Napoli. Sono i processi del cosiddetto Ruby ter, cioè i presunti pagamenti di Berlusconi ai testimoni del processo sulle “cene eleganti” di Arcore. L’ex premier, tra l’altro, è ancora indagato dalla procura di Firenze per le stragi del 1993.

Nel Pd torna la Moretti. Lotti e Guerini: “Sei dei nostri eletti” – Per il Pd – che ha ottenuto 18 seggi, cinque anni fa erano 31 – guidano al classifica delle preferenze Giuliano Pisapia (che batte Salvini a Milano) e Carlo Calenda: tra Nord ovest e Nord est prendono 267 e 275mila preferenze. I dem eleggono a Occidente l’economista ex montiana Irene Tinagli (106mila voti), l’assessore al comune di Milano Pierfrancesco Majorino (93mila), e due uscenti: Patrizia Toia e Brando Benifei. A Est rieletto l’ex ministro dalemiano, Paolo De Castro, con 52mila voti, la vicepresidente della Regione Emilia Romagna, Elisabetta Gualmini (77mila voti), e la bersaniana poi riconvertita al renzismo – e quindi sparita dai radar dopo la sconfitta alle regionali in Veneto – Alessandra Moretti. Tra gli uscenti al Centro rieletti Simona Bonafè, David Sassoli, seguiti dall’esordiente Massimiliano Smeriglio. Al Sud il dem più votato è l’ex procuratore nazionale antimafia Franco Roberti (148mila preferenze), seguito da Giosi Ferrandino, l’uomo appoggiato da Paolo Cirino Pomicino. Seguono gli uscenti Andrea Cozzolino e Pina Picierno. Rieletta nella circoscrizione insulare Caterina Chinnici, figlia di Rocco, il giudice ucciso da Cosa nostra, mentre il più votato è Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa protagonista di Fuocammare. Neanche il tempo di assegnare i seggi, però, che il successo dei dem è diventato subito terreno di rivendicazione per le correnti. I turborenziani Luca Lotti e Lorenzo Guerini hanno subito inviato un comunicato alle agenzie per sottolineare che “il Pd dovrebbe aver eletto 18 europarlamentari: di questi 6 sono quelli espressi e sostenuti da Base Riformista”, che poi sarebbe la loro corrente.

M5s elegge Giarrusso detto Iena La grande sconfitta del Movimento 5 stelle, come detto, passa (anche) dall’astensione del Sud Italia e delle Isole. È proprio la circoscrizione insulare che, però, esprime, il grillino più votato: è Dino Giarrusso detto Iena, nel senso che ha preso anche i voti di chi sulla scheda ha semplicemente scritto il nome dell’animale. Ex inviato della nota trasmissione televisiva di Italia 1, Giarrusso in campagna elettorale è entrato in polemica con gli ex colleghi che gli avevano anche scritto per diffidarlo dall’usare quel soprannome.  “Se non avessi fatto scrivere ‘detto iena’ sulla scheda, avrei visto annullare chissà quante preferenze”, aveva detto lui in campagna elettorale. Aveva ragione visto che ha preso 116mila voti. Stacca di un migliaio di preferenze l’eurodeputato uscente – e rieletto – Ignazio Corrao. Fuori la capolista Alessandro Todde. In generale per i grillini – che hanno ottenuto 14 deputati – le candidate numero uno scelte da Luigi Di Maio non sono quasi mai le più votate. Solo a Sud la candidata con più preferenze è la capolista Maria Chiara Gemma (84.545), seguita dagli uscenti Laura Ferrara (76.890) e Piernicola Pedicini (56.533).  Dietro scattano altri tre seggi che vanno all’altra uscente Rosa D’Amato con 38mila voti, a Isabella Adinolfi e a Mario Furore. Al centro è fuori l’ex sindaco di Livorno, Filippo Nogarin: con 24mila preferenze è terzo.  Seconda la capolista Daniela Rondinelli (26.579), primo il vicepresidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo (30.405).  A Nord Est eletto l’uscente Marco Zullo con 15mila voti, e la giornalista Sabrina Pignedoli con 13mila. A Ovest due conferme: le uscenti Eleonora Evi (16.899) e Tiziana Beghin (14.543), terza la capolista Mariangela Danzì.

La Meloni elegge Fitto. Niente Mussolini in Ue – Dovrebbero invece essere sei le poltrone vinte da Fratelli d’Italia: bisognerà capire se Giorgia Meloni – ovviamente la più votata – deciderà di rimanere alla Camera o volare a Bruxelles. Appare certa, in ogni caso, l’elezione di un cambiacasacca di lunghissimo corsoRaffaele Fitto. Ex ministro berlusconiano, ex enfant prodige della Dc, eterna faccia dei moderati, adesso si sposta decisamente a destra: ha debuttato con Fdi prendendo 87mila voti a Sud. Probabile anche l’elezione di Carlo Fidanza, vicino agli ultras dell’Inter recentemente impegnato nelle trattative con la Digos per far partire l’ultima manifestazione dei neofascisti per Sergio Ramelli.  A proposito di neofascismo, restano fuori dal Parlamento europeo i nipotini del Duce. Non è un modo dire: non sarà eletto, infatti, Caio Giulio Cesare Mussolini, dato che ha preso solo 21mila vila voti. Fuori anche Alessandra Mussolini, candidata di Forza Italia: si è fermata a 17mila preferenze. A Bruxelles, a questo giro, non arriverà alcun Mussolini.

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