E’ stata una delle campagne elettorali più noiose della storia, con i manifesti dei partiti più grandi attaccati ai lampioni a contendersi la palma dello slogan più banale. Dal Kommt zusammen! (Uniamoci!) dei socialdemocratici della Spd al Wirtschaft stärken und Umwelt schützen (Rafforzare l’economia e proteggere l’ambiente) della Cdu di Angela Merkel. Ecco, Angela Merkel, appunto. Nel 2014 il suo volto rassicurante e il tailleur Pantone 2945 C erano su tutti i muri. Questa volta, invece, è proprio scomparsa. Non solo dai cartelloni ma anche dai dibattiti, dai comizi, dalle prime pagine dei giornali. Come se volesse abituarci dolcemente alla sua uscita, programmata al più tardi per il 2021. Perché senza la mamma anche la nazione più austera, efficiente e pragmatica della terra è destinata a soffrire, ed è meglio che la sofferenza si prepari per tempo, si programmi.

Venerdì sera, a Monaco, all’evento di chiusura della campagna della Cdu/Csu è ricomparsa per tirare la volata a Manfred Weber, il candidato del Partito Popolare Europeo alla guida della Commissione Europea. Un tedesco, anzi bavarese, un giovane (46 anni) della sua scuderia, o meglio di quella dei fratelli coltelli della Csu, il partito cristiano sociale della Baviera con cui la Cancelliera si è scannata fino alla fine del 2018 rischiando la rottura, con conseguente crisi di governo e ritorno alle urne, sul tema immigrati. Manfredino Mamma Angela l’aveva sempre sostenuto tiepidamente. Venerdì invece no, l’ha detto proprio forte e chiaro che bisogna che sia lui il successore di Jean-Claude Juncker. “E’ il nostro obiettivo”. Alla buonora. A riaccendere un po’ l’attenzione del pubblico ci hanno pensato i “duelli” tra i candidati sui canali pubblici, a partire da quello tra Manfred Weber e l’olandese Frans Timmermans, candidato alla presidenza della commissione dai socialisti europei dell’S&D, che parla correntemente tedesco. I due si sono scontrati su temi come la tassa sulle emissioni di CO2, l’identificazione certa degli utenti dei social network e sul metodo del consenso nelle decisioni del Consiglio Europeo. Mentre sembrano essere d’accordo sullo sviluppo di un esercito europeo e sull’abolizione dei voli a corto raggio, un tema, quest’ultimo, caro soprattutto ai Verdi. Nessuna parola, invece, sul fiscal compact che strangola i Paesi del Sud Europa, a partire dall’Italia.

Negli ultimi giorni di una campagna sulle Europee nella quale si è parlato, udite udite, principalmente di Europa, la scena è stata invece quasi interamente occupata dal video fiume (55 minuti) del ventiseienne youtuber “Rezo”, intitolato La distruzione della Cdu, in cui si scaglia senza sconti contro il partito di Merkel, riportando il dibattito su temi squisitamente nazionali, come il divario crescente tra ricchi e poveri, il fallimento delle politiche sul clima, gli scarsi investimenti nell’istruzione e quelli, sempre più consistenti negli armamenti. Oltre 9 milioni di visualizzazioni nel momento in cui stiamo scrivendo, che sono state subito ridicolizzate dalla segretaria della Cdu Annegret Kramp-Karrenbauer: “Mi sono chiesta perché non siamo responsabili anche delle sette piaghe d’Egitto”, ha commentato, scatenando subito un’ondata di solidarietà da parte di 70 tra i più noti youtuber tedeschi, che chiedono in coro di andare a votare ma non per i cristiano democratici della Cdu, né per i socialdemocratici della Spd che governano con loro e nemmeno per il partito sovranista AfD, partiti considerati “irrispettosi, incompetenti e indifferenti ai cambiamenti climatici”. Buona parte dei giovani potrebbe scegliere, in effetti, di votare i Verdi, che con ogni probabilità saranno, alla fine, gli unici veri vincitori delle elezioni europee in Germania. Gli ultimi sondaggi li danno al 18,5% contro l’8,9% delle politiche del 2017. Mentre i sovranisti dell’AfD si fermerebbero al 12% delle politiche.

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