Musica

Fabrizio De André, ecco i cantanti che l’hanno omaggiato in “Faber Nostrum”: promossi e bocciati

Analisi di Faber Nostrum, l'album tributo al cantautore genovese firmato da una parte dell'indie nostrano

di Alberto Marzocchi

I rimandati al prossimo album-tributo - 3/4

– Arrangiamento originale, tecnicamente nulla da dire. Gli Ex-Otago con Amore che vieni, amore che vai ci sono piaciuti. Ma per finire tra i promossi-senza-dubbi manca un piccolo pezzetto di strada. Eh, sì, reinterpretare De André è difficilissimo. Amen, lo sapevamo.

– Compitino degli Zen Circus, con Hotel Supramonte, da cui, personalmente, mi sarei aspettato molto di più.

– Dopo un pari e dispari vinto per comporre la propria squadra di calcio, i Pinguini Tattici Nucleari punterebbero il dito su Cristiano Ronaldo. E infatti scelgono Fiume Sand Creek (la fanno bene, eh). Però è la canzone che sceglierei pure io se mi trovassi, mio malgrado, su un palco con una chitarra. E infatti nel concerto Faber, amico fragile del 2000 la scelse Ligabue

– Anche i Ministri vanno sul sicuro – e questo può essere un punto a favore – con Inverno. Ne mantengono l’atmosfera cupa e perdente, che ci sta. Poi forse esagerano col voler mettere a tutti i costi un’epicità che poco c’entra col senso di accettazione della sconfitta. Che come la stagione più fredda, inesorabile, arriva: Ma tu che stai, perché rimani? Un altro inverno tornerà domani.

– Dalla Pilar di Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez al popolo rom, che meriterebbe il Nobel per la pace perché “gira il mondo da duemila anni senza armi”, Sally è la favola del bambino che cresce e diventa uomo tra emarginati, prostitute e assassini. Una favola non semplice che Gazzelle, alias Flavio Bruno Pardini, canta con una certa dose di leggerezza. Forse troppa. Che avesse in mente un’altra Sally?

– Finalmente, ed è una notizia, si sente una voce femminile. È quella di Isabella Tundo, che duetta insieme al fratello Carmine con cui forma i La Municipàl. La scelta de La Canzone di Marinella è azzeccata, perché strizza l’occhio alla versione – raggiungibile solo nell’iperuranio della musica – con De André e Mina. Il racconto è credibile. La pecca: a parte l’intro iniziale che non c’è, risente troppo degli arrangiamenti della Pfm (quando succede il patatrac, il ritmo si fa più incalzante e la batteria più presente).

I rimandati al prossimo album-tributo - 3/4
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