Luigi Di Maio spinge per far dimettere Armando Siri entro 24 ore e non fare arrivare il caso sul tavolo di Palazzo Chigi. In questo modo i ministri di Lega e M5s eviterebbero di essere chiamati a votare sulla rimozione del sottosegretario. Un’opzione, quest’ultima, che rischierebbe di logorare ulteriormente i rapporti tra le due forze di governo. “Sconsiglierei di arrivare in consiglio dei ministri, dove comunque abbiamo la maggioranza ma spero non ci sia bisogno di votare. Noi non apriremo nessuna crisi”, ha detto il leader del Movimento 5 stelle. E siccome il prossimo Cdm è programmato per mercoledì 8 maggio, vuol dire che Di Maio ipotizza un passo indietro di Siri già domani. “È inutile arrivare in Cdm per rimuovere il sottosegretario. Se si dimetteva questo casino per le poltrone si risolveva giorni fa. In Cdm, noi abbiamo nove ministri. Io spero che non ci sia bisogno di votare, se la Lega vuole aprire una crisi di governo per un ministro indagato per corruzione lo faccia. Fino a quando Siri non se ne va io sulla corruzione non posso arretrare. Poi, ci chiuderemo in una stanza, parliamo e torna il sereno”, ripete il leader grillino in  tour per la campagna elettorale in vista delle amministrative. Che poi torna a citare Matteo Salvini: “Non riesco a comprendere come il leader di una forza politica al governo stia difendendo da tre settimane una persona che ha avuto un comportamento indecente. Io queste cose non le capirò mai”.

Giorgetti: “Prima di mercoledì qualcosa succederà”- E se invece Siri non dovesse dimettersi, come ripetuto più volte anche dalla Lega? “Se Siri  non si dimette prima andremo in Cdm, probabilmente si voterà, il M5s ha la maggioranza, e voteremo per la decadenza. Poi dal giorno dopo non saremo noi a chiedere una crisi di governo”, dice ancora una volta Di Maio. Accredita l’ipotesi delle novità prima di mercoledì anche da Giancarlo Giorgetti. “Prima di mercoledì qualcosa succederà, e allora sarà chiaro a tutti come andrà a finire”, dice il vice segretario della Lega. Che però nega di sapere qualcosa di più: “Ne so poco o nulla”, dice. Poi aggiunge: “È evidente che ci sia un pò di clima persecutorio“.

Conte: “Soluzione in Cdm senza conta” – Proprio oggi, tra l’altro, anche Giuseppe Conte è tornato sull’argomento sulla vicenda del sottosegretario indagato per corruzione nel giorno in cui la procura di Milano ha aperto un fascicolo conoscitivo su un’altra vicenda: quella della palazzina acquistata a Bresso con un mutuo accesso da una banca di San Marino. Indagine, quest’ultima, che al momento è senza indagati e ipotesi di reato ma ha riacceso i riflettori sul caso del sottosegretario leghista.  “Mercoledì mattina ci sarà il Consiglio dei ministri e non andremo alla conta. Troveremo una soluzione mercoledì mattina: abbiate pazienza”, ha detto il presidente del consiglio al termine della inaugurazione della nuova sede dei servizi a piazza Dante. Conte è fiducioso che il caso Siri non provocherà alcuna crisi: “Non succederà nulla di clamoroso. Il percorso è stato molto chiaro, molto trasparente, e quindi non ci può essere nessuna sorpresa. Noi lavoriamo per gli italiani”. Poi il premier ha replicato al Carroccio: “Non ho mai accettato di fare l’arbitro ma di fare il premier”.

Romeo: “Esterrefatti per le parole di Conte” – Il riferimento è per le parole usate da Massimiliano Romeo, il capogruppo del Carroccio alla Camera, per replicare all’intenzione di Conte che nei giorni scorsi aveva anticipato di voler  revocare l’incarico a Siri. “Siamo esterrefatti per le parole del premier. Si è definito avvocato del popolo e come avvocato dovrebbe essere garantista o quantomeno avrebbe dovuto aspettare che Siri parlasse con i magistrati. Speravamo che Conte prendesse una posizione più di mediazione. Invece sembra si sia sbilanciato in maniera abbastanza chiara dalla parte del M5s, perdendo il ruolo da arbitro che lo aveva contraddistinto con grande capacità nel primo anno di governo”, ha detto il leghista alla telecamere del fattoquotidiano.it

Capogruppo Lega: “Accetteremo la scelta di Conte” – Parole che fanno pensare ai retroscena pubblicati dai giornali nei giorni scorsi: È vero che la Lega intende togliere la fiducia al premier dopo le europee? Romeo smentisce totalmente: “Questa è ipotesi che non esiste”. Poi conferma la previsione di Conte: “Non si arriverà alla conta in Cdm non ci sarà nessuna crisi di governo. Alla fine si troverà una soluzione nell’interesse di tutti e confermiamo la fiducia nel presidente Conte”. Ma come si fa a conciliare le posizioni del M5s e della Lega, che appaiono inconciliabili? “Deve essere bravo Conte a fare questo. È lui l’arbitro, il mediatore. Noi confidiamo in lui e alla fine comunque accetteremo quella che sarà poi la sua scelta perché ci fidiamo di lui. Convinti che farà la scelta migliore“.

Salvini: “Siri accusato per un mutuo. Reato di tutti gli italiani” – A provocare reazioni politiche è anche la notizia dell’indagine della procura di Milano sulla palazzina acquistata dal sottosegretario a Bresso. Il Movimento 5 stelle è tornato a chiedere le dimissioni di Siri: “I magistrati faranno il loro lavoro come hanno sempre fatto, ma la questione di opportunità politica sollevata dal M5S riguarda, ripetiamo, l’indagine per corruzione, che tra l’altro sembra avere anche un link con la mafia. È su questo aspetto che abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere che Siri si dimetta, a tutela dell’immagine del governo”, scrivono i grillini in una nota. Matteo Salvini, invece, difende ancora il sottosegretario: “Possono aprire tutte le inchieste che vogliono, io sono assolutamente tranquillo. Se a Siri viene contestato di avere un mutuo, è un reato che stanno compiendo alcuni milioni di italiani che pagano la rata del mutuo“. Anche due componenti dell’esecutivo del M5s – il ministro Danilo Toninelli e il sottosegretario Vito Crimi – rilanciano la richiesta di dimissioni. “Spero che Siri si dimetta prima del Consiglio dei ministri di mercoledì”, dice il primo. “Nessuno ha interesse ad arrivare a una conta: non ci sarà una conta. Sono più che convinto che entro mercoledì Armando Siri si dimetterà, perché credo che anche per la Lega sia chiaro che nessuno in questo momento può permettersi di avere il minimo dubbio”, ripete il secondo. Condivide la posizione dei 5 stelle anche il segretario del Pd, Nicola Zingaretti: “Il M5S è il partito di maggioranza relativa del governo e se il maggiore partito di dice che Siri se ne deve andare, Siri si deve dimettere”

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