Caos alla Camera durante la discussione del disegno di legge sul Codice rosso. Lega e M5s hanno bocciato i due emendamenti delle opposizioni (Leu e Forza Italia) che inserivano il reato di Revenge porn, con la motivazione che sul tema si intende fare una legge ad hoc. Così, mentre si susseguivano gli interventi a raffica dei deputati di Forza Italia in segno di protesta, la deputata azzurra Stefania Prestigiacomo si è diretta verso i banchi della presidenza. Dietro a lei hanno iniziato a correre, tra le altre, le azzurre Giusi Bartolozzi, Benedetta Fiorini e Michaela Biancofiore. E a seguire le deputate dell’opposizione hanno deciso di occupare i banchi in segno di protesta. I lavori dell’Aula sono stati sospesi.

Poco prima i 5 stelle avevano presentato la loro proposta di legge al Senato proprio sul Revenge porn. La deputata Giulia Sarti, contro cui il M5s ha avviato una procedura di espulsione e che nei giorni scorsi è stata vittima della diffusione di immagini private, è intervenuta per difendere la posizione degli ex compagni del Movimento: “In virtù di quel che ho passato, io così come molte altre donne purtroppo, ci tengo a sottolineare che il caso in questione non può certo risolversi attraverso l’approvazione di un mero emendamento”. Tensioni nella maggioranza c’erano già state sull’emendamento della Lega per inserire la castrazione chimica in caso di reati sessuali che prevedono la condizionale. Anche per questo motivo il Codice rosso è slittato alla prossima settimana, così come stabilito dalla riunione dei capigruppo.

In serata dagli Stati uniti è però intervenuto Luigi Di Maio che ha cambiato la linea dei suoi: “Già da martedì”,ha detto, “l’emendamento contro il revenge porn si può votare. Non esaurisce la proposta presentata al Senato” da M5s e “non credo ci sia da litigare su questo”. Di Maio ha precisato che la norma “può essere formulata in modo da superare le esigenze tecniche di chi è in maggioranza” e che in un momento successivo si potrà approvare la legge organica così come depositata a palazzo Madama.

Gli emendamenti di Leu e Forza Italia per inserire il reato di Revenge porn e le proteste delle opposizioni
Il primo emendamento al provvedimento che introduce il Codice rosso per la violenza sulle donne è stato presentato dall’ex presidente della Camera Laura Boldrini. “Tutte le forze politiche – Forza Italia, Fratelli D’Italia, gruppo misto, LEU e Partito democratico – si sono espresse favorevolmente tranne Lega e 5 stelle”, ha scritto la deputata di Leu su Twitter. “Sono mancati solo 14 voti e abbiamo perso due grandi occasioni. Quella di dare ascolto alle 100mila persone che hanno firmato la petizione lanciata da Insieme In Rete, I Sentinelli e Bossy. Ma soprattutto abbiamo perso l’occasione di proteggere i nostri giovani da questo odioso fenomeno che colpisce soprattutto le donne. Peccato, su questo tema il Parlamento avrebbe dovuto dare un segnale di unità e responsabilità”.

Poco dopo è intervenuta Federica Zanella, prima firmataria di un altro emendamento Fi sempre sul Revenge porn. “Questo testo va approvato con urgenza perché è necessario. Per questo sono pronta a ritirare la mia firma sull’emendamento così che possa sottoscriverlo il M5s. Non ci interessano le bandierine: basta che questa norma passi”. Così però non è stato provocando le proteste di Forza Italia. A loro si sono associate anche le esponenti dem: “Dov’è la ministra Bongiorno?”, ha scritto su Twitter Maria Elena Boschi.

La deputata dem Alessia Morani ha invece proposto che fosse recepito nel ddl codice rosso il contenuto del disegno di legge M5s presentato al Senato in materia di Revenge porn. Ma la relatrice Stefania Ascari ha espresso parere contrario alla proposta. “Siamo alla dimostrazione dell’ipocrisia di M5S”, ha dichiarato Morani. “Ci sono volute quasi 4 ore per decidere che la nostra proposta non poteva essere accettata: non si è deciso di introdurre il loro testo, uguale a quello del disegno di legge presentato al Senato, come emendamento al Codice Rosso. Non si fa perché non c’è la volontà di farlo, altrimenti sarebbe stato introdotto sin da subito. E’ una grande presa in giro”.

La proposta di legge presentata in contemporanea dai 5 stelle al Senato. E la difesa della Sarti
Proprio mentre a Montecitorio venivano bocciate le proposte delle opposizioni, i 5 stelle a Palazzo Madama presentavano una proposta di legge specifica per punire il Revenge porn. La proposta a prima firma della senatrice Elvira Evangelista è stata illustrata nel corso di una conferenza stampa. Il provvedimento è già incardinato in commissione Giustizia insieme a quello di Forza Italia e ne dovrebbe arrivare un terzo a firma Pd. Dopo le audizioni previste dalla Commissione il relatore, Andrea Ostellari, deciderà se procedere con un testo unificato o adottarne uno tra quelli presentati. Il disegno di legge presentato oggi da M5s in conferenza stampa, prevede un aumento delle pene, che arrivano fino a 10 anni se la diffusione di immagini a sfondo sessuale senza il consenso dell’interessato porti alla morte della vittima, e una forte spinta alla prevenzione attraverso un accordo con il ministero dell’Istruzione, in collaborazione con la Polizia postale, per illustrare nelle scuole linee guida utili ad un uso consapevole della rete.

In difesa della decisione dei 5 stelle di non approvare gli emendamenti delle opposizioni, è intervenuta la deputata Sarti con un post su Facebook: “Ringrazio tutti coloro che in questi giorni hanno espresso reale e sincera vicinanza nei miei riguardi. A tal proposito, in virtù di quel che ho passato, io così come molte altre donne purtroppo, ci tengo a sottolineare che il caso in questione, cosiddetto Revenge porn, discusso in queste ore nell’ambito del Codice Rosso, non può certo risolversi attraverso l’approvazione di un mero emendamento”. Secondo Sarti, “al contrario, la materia è talmente delicata da richiedere un ampio dibattito non solo parlamentare, bensì giuridico-sociale, volto dapprima a coinvolgere esperti, vittime, famiglie, analisti, giuristi e tutte le varie artcolazioni dello Stato competenti come la Polizia postale e delle comunicazioni. È un tema importantissimo – ha concluso Sarti – una sua seria regolamentazione non può rischiare di nascere monca”.

Stessa posizione espressa dalla ministra della Salute Giulia Grillo: “E’ solo una questione di tempi“, ha detto, “perché si tratta di una battaglia condivisa. Sul revenge porn abbiamo già una proposta di legge incardinata al Senato, quindi il processo ha una velocità superiore rispetto a quella che avremmo se oggi approvassimo questo emendamento”.

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