Il professore scriveva: “Quando rientri ti bacio tutta, se lo vorrai”. Oppure: “Mi piaci. Ti voglio. Ti amo”. E ancora: “Ma ti immagini la scena? Sublime. Io che ti chiedo di spogliarti… una epifania… una resurrezione nello spirito in me… Un entrare nell’empatia dello spirito…”.  E tanti altri messaggi, ben 2.600, che una studentessa aveva depositato in procura. Ora il professor Maurizio Gracceva, docente di storia e filosofia al liceo classico Tasso di Roma, ha patteggiato una condanna a 50mila euro per il reato di molestie sessuali aggravate, di cui era accusato. Una vicenda esplosa ai primi di gennaio del 2018, dopo che un’allieva diciottenne aveva deciso di portare in procura i messaggi hot che riceveva dal suo prof, anche 200 al giorno. E non era l’unica. Dopo di lei, maggiorenne, altre studentesse (tre delle quali minorenni) avevano raccontato di aver ricevuto messaggi dal docente.

“Il reato di molestie era previsto dal codice Rocco, che era un codice fascista. Andrebbe riletto rispetto ai giorni nostri, epoca in cui tutti abbiamo un cellulare e cambia anche la prospettiva“: così diceva il professor Gracceva dopo che era emersa l’accusa nei suoi confronti. La proposta di sconto di pena concordata con gli uffici della procura è stata accolta dal gip, che ha concesso l’applicazione della pena su richiesta delle parti. Tra gli elementi che hanno fatto propendere il giudice per il patteggiamento c’è il fatto che il docente sia andato in pensione, cosa che eliminerebbe il rischio di reiterazione dei suoi comportamenti. “Tutta la vicenda è stata caratterizzata da un ingiustificato clamore mediatico: finalmente la questione è stata ricondotta dentro il perimetro della semplice contravvenzione”: così ha commentato il difensore del docente, l’avvocato Carmelo Pirrone, che aveva puntato sul fatto che le ragazze non avessero invitato chiaramente il suo assistito a non contattarle più. “Non sono privo di responsabilità – si era difeso il professore – Io ho utilizzato con lei (la maggiorenne, ndr) dei termini sbagliati. Ma non ho mai fatto nessuna avance“.

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