A Empoli un uomo muore durante un controllo di polizia. Gli agenti lo avevano ammanettato e bloccato con un cordino intorno alle caviglie. Secondo quanto si è potuto apprendere finora l’uomo era in stato di alterazione ed era andato in escandescenza quando i titolari di un negozio avevano rifiutato di cambiargli una banconota che temevano fosse falsa. Ad ammazzare l’uomo sarebbe stato un malore. Dunque – sempre dando per vera la versione riportata dai media – un ubriaco armato di banconota ritenuta falsa è morto dopo essere stato “incaprettato” da due agenti che non riuscivano a contenerne l’ira in seguito al rifiuto di un commerciante di cambiargli la suddetta banconota

La procura di Firenze apre un fascicolo, contro ignoti, per omicidio colposo. Il ministro della Repubblica, accolto con un baciamano ad Afragola, comune della città metropolitana di Napoli, assediato dalle bombe del racket delle estorsioni, dichiara: “Totale e pieno sostegno ai poliziotti che a Empoli sono stati aggrediti, malmenati, morsi (…) Purtroppo un tunisino con precedenti penali, fermato dopo aver usato banconote false, è stato colto da arresto cardiaco nonostante gli immediati soccorsi medici. Tragica fatalità. Però se un soggetto violento viene ammanettato penso che la Polizia faccia solo il suo dovere”.

Innanzitutto non si dice “un tunisino” ma “un uomo”. Perché in un caso del genere la nazionalità è un dettaglio che non serve a descrivere la vicenda. Secondo poi, essere “un tunisino con precedenti penali, fermato dopo aver usato banconote false” – volendo credere stavolta alla versione del Ministro – è sufficiente a sminuire la morte di qualcuno come tragica fatalità e conseguenza dell’esercizio di un “dovere”. Qui, sottolineo, non si vuole attribuire a priori la responsabilità agli agenti ma affermare che, se durante un fermo qualcuno muore, mi aspetto domande e non certezze: quanto pericolosi erano stati gli atteggiamenti di questa persona? Quanto aveva messo in pericolo gli altri? Davvero legarlo come una bestia mani e piedi era l’unico modo di affrontarlo? Gli agenti hanno fatto il loro dovere o sono andati oltre? Perché se un paziente muore sotto i ferri in circostanze sospette, sull’operato del medico si farebbero domande e ci sarebbero dubbi e la verità sarebbe qualcosa da ricostruire, non un fatto scontato.

Cosa c’entra tutto questo col baciamano a Salvini? Quota 100, reddito di cittadinanza, il ritorno di Battisti alle patrie galere accolto dalla passerella ministeriale e l’accoglienza ad Afragola come simbolo dell’antimafia di un Ministro il cui partito vanta esponenti che puzzano di rapporti d’affari con la ‘ndrangheta. È il futuro raccontato da Orwell in 1984, dove la realtà è quella scritta dalle strategie di controllo dell’opinione pubblica più che la percezione di quanto vissuto sulla propria pelle. La politica diventa cinema e arte della promessa e la divulgazione dell’odio strumento per anestetizzare le coscienze: se c’è qualcuno che soccombe, qualcuno che paga, allora significa che finalmente c’è giustizia, che qualcosa sta cambiando.

Se non fosse così, sarebbe chiaro a un’immensa folla di tifosi della politica che non sono l’economia o la repressione il motore del cambiamento ma una roba che non si compra e non si vende: la dignità. Perché se ognuno riscoprisse il significato profondo di questa parola, assumerebbero nuovo vigore anche i concetti di giustizia e libertà. E questo, non l’elemosina del potere, regge da sempre ogni cambiamento storico. La pretesa che l’unione di chi soccombe, dei subalterni, possa imporre un mondo più equo.

La dignità del singolo è fatta di doveri e di diritti ma soprattutto non può esistere se non insieme al credo profondo nella pari dignità di ogni essere umano. Diritti e doveri. A mio avviso vale per i poliziotti al pari che per l’uomo ubriaco con la banconota falsa. Se così fosse, a un ministro che non manifesta alcun rispetto per la dignità della vita umana, nessuno avrebbe mai baciato le mani. Il problema è che hanno costruito una società fatta a loro immagine e somiglianza, dove non si vogliono libertà, giustizia e dignità, ma star soli nelle grazie di un Re. Baciamo le mani.

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