Da un lato, gli effetti della decisione della sindaca leghista di Lodi. Dall’altra, la reazione di oltre 2mila persone che hanno deciso di coprire di tasca propria, con una donazione, i costi necessari per garantire l’accesso ai servizi scolastici ai bambini stranieri (leggi il reportage di Davide Milosa). E hanno raccolto oltre 60mila euro in pochi giorni. A lanciare la raccolta, il 22 settembre, era stato il Coordinamento Uguali Doveri che ha comunicato lo stop alle donazioni perché è stato raggiunto un primo obiettivo che permette di coprire i costi fino al momento in cui il tribunale civile di Milano sarà chiamato ad esprimersi sulla delibera firmata dalla sindaca leghista Sara Casanova. Ora tra l’altro, significativamente, contro la decisione del Comune si schiera anche il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio: “I bambini non si toccano! – scrive su Instagram – Se alcuni genitori non si comportano bene si multino loro, non i loro figli: questo Stato sarà sempre dalla parte dei bambini. Sono contento perché gli italiani hanno risposto dando prova della loro grande solidarietà e del loro grande cuore, alla faccia di chi si diverte a dipingerli in altra maniera. Parlerò con il ministro Bussetti che ha già detto che si troverà una soluzione. E vi assicuro che sarà così”. Bussetti era intervenuto sabato promettendo una risoluzione della vicenda. Una frase distensiva arriva anche dall’altro vicepremier, Matteo Salvini, capo politico della sindaca Casanova: “Gli stranieri devono fornire documentazione del loro paese d’origine, dove magari hanno proprietà e disponibilità economiche, ma se non è possibile il Comune si fiderà della buona fede“.

Il provvedimento del Comune di Lodi costringe le famiglie straniere a presentare un documento del Paese d’origine che attesta l’assenza di proprietà e beni per evitare di pagare a prezzo pieno il costo del servizio, a prescindere dall’Isee. Un foglio, come raccontato da un servizio di Piazzapulita, difficile da reperire, soprattutto in alcuni Stati africani e sudamericani. E non sempre è sufficiente per ottenere la tariffa agevolata, legata al reddito dichiarato in Italia, per mensa e scuolabus.

Da qui la mobilitazione del Coordinamento Uguali Doveri, che ora annuncia: “A oggi abbiamo ricevuto donazioni da più di 2mila persone che hanno contribuito, con bonifici e pagamenti su PayPal, a raccogliere circa 60.000 euro. Si tratta di una stima per difetto, che non tiene conto dei bonifici effettuati in questi giorni, il cui accredito viene registrato con qualche giorno di ritardo. Ci aspettiamo quindi che la cifra aumenti nei prossimi giorni”.

Le domande di accesso agevolato ai servizi arrivate al Comune di Lodi da parte di persone non comunitarie sono state “316 di cui 177 per la mensa, 75 per lo scuolabus, 43 per pre e post scuola, 23 per asilo nido“, spiega il Coordinamento. “Sulla base di queste domande possiamo stimare un fabbisogno teorico per sostenere l’accesso dei bambini ai servizi per l’intero anno scolastico – ossia fino a giugno 2019 – di circa 220mila euro – continua – Questo importo rappresenta la differenza fra quello che le famiglie sono obbligate a pagare per accedere con la tariffa massima, e quello che avrebbero diritto di pagare in assenza del regolamento discriminatorio“.

Per ora, spiega il Coordinamento, è quindi garantito l’accesso a tutti i bambini lodigiani esclusi dai servizi scolastici almeno fino a fine dicembre 2018, “data in cui speriamo che il ricorso presentato al Tribunale di Milano contro il Comune di Lodi avrà annullato questa discriminazione”. Nel caso a gennaio “fosse necessario altro supporto, rilanceremo l’iniziativa”, si legge ancora sul profilo Facebook dell’associazione spiegando che se “i contribuiti ricevuti fossero superiori al fabbisogno, saranno utilizzati per promuovere iniziative contro le discriminazioni verso le persone non comunitarie e per il sostegno dell’accesso ai servizi scolastici di tutti i bambini bisognosi”.

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