Da Mosca a Kaliningrad, il torneo russo visto dall’Italia che resta a casa. Tante storie nella storia: paradossi, tele-visioni, stranezze e cinismi assortiti. Perché chi non c’è ha sempre torto, ma può divertirsi lo stesso senza prendersi troppo sul serio.

Non vedere l’ora che le partite finiscano. Chi se ne frega delle interviste ai calciatori a fine match. Via anche il commentino tecnico a spalti semivuoti. Veloci per cortesia anche con gli spot pubblicitari. Perché al centro di Russia 2018 ci sono gli occhi di Giorgia. Quando un tacco dodici sovrasta quarantaquattro scarpini coi tacchetti. La storia di Giorgia Rossi, conduttrice di tutti gli inserti in studio tra una partita e l’altra dei Mondiali Mediaset, va oltre ogni parità di genere. Lei gli uomini che le stanno attorno li sovrasta. Siano essi goleador di fama o mediani di sfondamento, difensori dediti al fallo o allenatori guru. Parola che dà, parola che toglie (con garbo). Collegamento che viene, collegamento che va (tanto il satellite oramai…).

Giorgia ha il polso della situazione come nemmeno Tito Stagno alla Domenica Sportiva. Nella mano destra una bic multiuso, in quella sinistra la più classica cartelletta. Giorgia ha il ritmo dei tempi di regia nel sangue. Sa cosa significa uno stacco tra una telecamera e l’altra. Capisce quando si passa dalla figura intera al primo piano. E non si fa mai trovare impreparata. Giorgia anticipa addirittura il regista. Il primo piano è suo dalla notte dei tempi. L’attenzione ipnotica verso i suoi occhi marroni è vinta per k.o. tecnico al primo sguardo. E allora basta con le donne soprammobile e mute che mostrano le cosce o le scarpette fetish mentre Mughini o Franco Ordine di fianco slumano come lama peruviani. Finalmente in tv, per i mondiali putiniani e russofobi, c’è un donna bellissima e competente (snocciola i panchinari dell’Iran che nemmeno Pierluigi Pardo) a dirigere il traffico degli ometti infervorati per un fuorigioco di Mandzukic.

Multa i furbetti, Giorgia. Perché non esibisce sezioni di corpo a buon mercato ma semplicemente con eleganza d’abito fa sapere che c’è tutto quel che ci deve essere. Magnetica con gli occhi, Giorgia. Tra un rigore di Messi sbagliato e l’orribile prestazione della Nigeria potrebbe venderti un servizio con un gol di Ronaldo con assist di Pelé dal girone E dallo stadio di San Pietroburgo. Basterebbe un primo piano, quell’accenno di sorriso, quell’iride che splende e che mai ti tradirà. Da ventiquattro angolazioni diverse.

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