Celebrity MasterChef dura solo un mese e ha 12 concorrenti che vengono lanciati fuori come l’indifferenziata. Sembra un altro programma da sottofondo a una cena di ragionieri commercialisti e invece no. Tra le buone notizie c’è che tra i 12 concorrenti la quota donne con la D maiuscola è uno spettacolo della natura o quasi: la Barriales che è pure ironica, la Autieri che fa la mattatrice, la Granbassi a cui basta aprire il sorriso, la Tatangelo alla quale è dedicato il “quasi” di cui sopra, ma soprattutto Barbara Alberti e Orietta Berti, fortissime ed esemplari: una figura intellettuale di riferimento e l’altra la Alberti, appunto.

Poi ci sono due politici: Andrea Lo Cicero, ex rugbista, è stato assessore nei pensieri della Raggi per lo spazio di un quarto d’ora, poi infilò due bei giudizietti uno dopo l’altro su gay e rom e fece filotto, così è rimasto conduttore di un certo Giardini da incubo; l’altro è Umberto Guidoni che, facendo di mestiere l’astronauta (due missioni con la Nasa, primo europeo sulla Stazione internazionale), credeva che tutto il resto fosse un gioco da ragazzi e invece ha fatto prima l’eurodeputato dei Comunisti Italiani, poi ha fondato Sel con Vendola e dopo un po’ ha capito che è stato tutto inutile: anche se si andrà su Marte, quello da rosso diventerà il pianeta giallo di Fraccaro.

Nella categoria “Celebrity una sega” ci sono Davide Devenuto, noto (ah-ah-ah) per essere Andrea di Un posto al sole (però è il più simpatico), e Valerio Spinella, spalla di Gianluca Di Marzio quando c’è da parlare di calciomercato. Infine, una spruzzatina per gli spettatori maschi, ammesso che ce ne siano: Lorenzo Amoruso, già capitano della Fiorentina e dei Rangers, che si presenta in versione espansa e Daniele Tombolini, arbitro enologo, sempre più fashion che con quell’accento accattivante ha il merito di non far dimenticare Simone il vincitore marchigiano del MasterChef vero ghe non zi cabiva niende guando barlava.

Da dove cominciare? Dalla Tatangelo che si toglie le scarpe col tacco con una specie di passo di rumba, dal tubetto della Barriales che parla di cuccare al minuto numero 8 o da questa frase da scolpire su una targa di marmo nelle piazze di tutte le città pronunciata da Barbara Alberti? “C’è tutto quello che puoi desiderare e anche quello che non sai di desiderare: come il bordello”. E parlava dello spazio per fare la spesa di MasterChef, figurarsi cosa può dire quella bocca santa di un quartiere a luci rosse di Bangkok. Senso dell’umorismo a palla degli autori che mettono subito la Barriales che ha una gamba lunga come la Brebemi con tacchi da trampoliere ad adiuvandum accanto a Spinella.

La prima prova è a schema libero: possono fare tutto ciò che vogliono. Il grembiule nero lo prendono subito la Barriales, Amoruso, Tombolini, Granbassi, Guidoni. La migliore, invece, da quanto si capisce, è la Tata con dei paccheri al sugo che per la prima volta cucinò “per Gigi” (si spera che non dirgli mai che siamo stati a letto per un giorno intero non sia dedicato a quel giorno). Ma La Sila ha occhi e orecchie solo per la Alberti che per dire “uh che sbadata, mi sono dimenticata il sedano” dice così: “Se dovessi andare all’inferno, sarebbe a causa della distrazione”. Oriettona ha già cantato almeno 4 volte e il sogno è che lo faccia SEMPRE.

Al primo pressure la speranza della Sila è che si salvi la Barriales ma non per le ragioni meschine che i lettori schifosi immagineranno ridacchiando, bensì perché dice cef invece di chef. La prova è, comunque, spennare e starnare una gallina, cioè togliere le frattaglie. La Barriales però reagisce da principessina, cioè non tocca quasi nulla lanciando solo gridolini: ottimo, il cliché della starlette abituata a sporcarsi solo con il fard è rispettato in pieno. E così la zdora Oriettona, zac: “Ma allora cos’è venuta a fare?”. La Granbassi all’inizio è terrorizzata dalla gallina (nonostante non sia un animale intelligente), ma l’agonismo da olimpionica la trasforma in una specie di bestia delle caverne che la porta a staccare un’ultima piuma con i denti. Esito: si salva Amoruso, la Barriales sculetta verso l’uscita.

La seconda prova è farci un piatto, con la gallina. Tombolini si salva per primo, mentre Guidoni se ne va: si salva la Granbassi perché abbattere subito il settore “donne con fascino” avrebbe ammazzato qualsiasi gancio per la seconda puntata.

Che comincia con la pulizia delle cozze che mette in mostra l’abilità dei concorrenti del mare Adriatico come Tombolini (Loreto) e Amoruso (Bari) e soprattutto spinge Oriettona a fare la vera trollatrice: prima canta mentre lavora e poi prende per il culo Valerio di SkySport: “Ne hai pulite solo due, tè?”. L’esterna ha sempre quel grande pregio di rallentare anche il ritmo di un film di Luc Besson. Nel caso del Celebrity non c’è nemmeno bisogno di dirlo.

Si cucina a bordo di una nave Genova-Porto Torres con due menù di mare, più o meno di specialità sardeOriettona ci prova con la sua playlist: prima là in mezzo al mar, ci stan camin che fumano mentre sbuccia dei pomodori e poi tipitipitì cosa fai mentre Tombolini spolvera lo zucchero a velo. A verbale la prima battuta pecoreccia di Amoruso alla Tata (ha resistito per una puntata e mezzo): “Vai a servire, vai. Metti in mostra le tue doti” e lei non si può dire che se la prenda. I vacanzieri votano e vince la fregola di Tombolini, Oriettona, Valerio di SkySport, Davide di Upas e Granbassi.

Dio conservi per sempre, sempre, sempre Barbara Alberti che cita in un pressure test di MasterChef Celebrity (cioè il nulla) lo scrittore Stevenson e paragona Amoruso e Lo Cicero a due pirati.

Ana, come la chiama Bastianich, si garantisce il diritto di restare fosse solo per il fischio che fa con la lingua e i denti mentre gesticola, proprio da guaglioncella inte viche miezo all’ato. #Nelmerito, invece, i peggiori sono due: Amoruso deve usare una friggitrice, ma porta un fritto tutto unto sulla carta gialla dimostrando di non aver mai nemmeno visto 5 minuti di MasterChef perché si trova a pagina 2 dell’abbecedario con il pollo lasciato crudo e le robe senza sale; la Alberti deve lavorare con la centrifuga e una rapa rossa in realtà fa 5 salsine tutte rigorosamente al sapore di aglio. La Granbassi e la Autieri salutano Barbara con le lacrime agli occhi. “E’ la più figa di tutti – dice la Tata – Dovrebbe essere la più saggia e invece è la più rock”. Insieme alla condivisione del giudizio, la precisazione che Barbara Alberti – che Dio sia lodato – è ancora viva e può ancora vedere pirati ovunque.

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