Armando Gasiani – Classe 1927, nome di battaglia Bolero, fu tra i 23.826 italiani deportati per ragioni politiche nei campi di concentramento. Il 5 dicembre del 1994, Armando non lo dimentica più: è il giorno del rastrellamento pilotato da una spia partigiana. Deportato a Mauthausen quando tornò pesava 34 chili e aveva i polmoni gravemente malati. A salvargli la vita fu il consiglio che gli diede un romagnolo. Gli disse: “Quando te lo chiederanno, di’ che sei un meccanico, e non un contadino”. Armando tornò salvo mentre del fratello non ebbe più notizie. Ma la vita per Armando Gasiani è ricominciata grazie alla visione del film La vita è bella di Roberto Benigni. Fino ad allora non aveva parlato con nessuno di quello che gli era accaduto. Da allora non ha più smesso di incontrare i ragazzi per raccontare loro la sua vita.

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Giornata della Memoria, sopravvissuti alla Shoah: i volti degli italiani da conoscere

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