di Massimo Arcangeli

Avevo promesso che, su questo blog, sarei tornato a giocare con l’italiano. L’occasione è ghiotta. L’idioma nazionale, all’università, pare stia sempre meno di casa. Lo si vuol mettere definitivamente fuori gioco (come teme perfino l’Accademia della Crusca).

Il 27 dicembre scorso è stato pubblicato, sul sito del Miur, il decreto direttoriale relativo ai «Progetti di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale» (Prin), finanziati con 391 milioni di euro. Il gioco è molto semplice, e consta di due diversi momenti:

– Leggete in sequenza gli stralci tratti dagli ultimi Prin e divertitevi, come ho fatto io, a ricavarne l’idea di un progetto ministeriale preciso: il progressivo smantellamento dell’italiano a vantaggio dell’inglese. Con un singolare paradosso: mentre il decreto ministeriale del 2012 metteva nero su bianco l’obbligatorietà della presenza, tra i valutatori dei progetti presentati, di studiosi stranieri o operanti all’estero, dai decreti direttoriali del 2015 e del 2017 è scomparso qualunque riferimento a quella presenza. In Francia, in Spagna o in Germania la cosa non sarebbe stata possibile. E stupisce che la ministra Fedeli, difendendo le sue scelte, abbia voluto ricordare un precedente del 2014; è vero che anche in quel caso (si trattava di un Sir: Scientific Independence of young Researchers) si richiedeva di redigere la domanda in inglese (art. 6, comma 2), ma la proiezione di quel bando era inequivocabilmente internazionale (per questo l’italiano non era previsto nemmeno come opzione).

– Provate a inventarvi una traduzione inglese sostitutiva di Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Poiché mi aspetto (e non sono il solo) che il prossimo Prin sia steso nella lingua della perfida Albione, potremmo cominciare a pensare fin d’ora a una proposta per trasformare l’attuale nome del dicastero dell’istruzione in un nome più consono ai tempi che corrono. Regalerò all’autore o all’autrice della traduzione più bella (efficace o creativa) un dizionario italiano-inglese o, a sua scelta, un dizionario della lingua italiana.

1. PRIN 2012 (Decreto Ministeriale del 28 dicembre 2012, n. 957/ric)
Firmato: Il Ministro (Francesco Profumo)

«La procedura di valutazione e selezione delle proposte si svolge in due fasi: la prima […] è curata dalle singole università, la seconda […] dal Ministero; in particolare, il Ministero opera mediante Comitati di Selezione (CdS) […] nominati con decreto direttoriale» (art. 2, comma 1).

«Ogni CdS è formato da esperti appartenenti alla banca dati MIUR; […] almeno un terzo dei componenti di ogni CdS deve essere costituito da esperti operanti all’estero».

(art. 2, comma 2)

«La valutazione scientifica dei progetti (da effettuarsi secondo le usuali prassi della “peer review”), è affidata, sia sulle proposte che sui progetti, ad esperti scientifici, italiani o stranieri (revisori), chiamati a formulare, per ognuno dei criteri propri di ciascuna fase, un giudizio analitico riassunto in una valutazione sintetica finale»

(art. 2, comma 4)

«Il PI [il principal investigator, il coordinatore del progetto] presenta alla propria università, esclusivamente per via telematica entro le ore 14.00 dell’11 febbraio 2013, una sintetica proposta progettuale, redatta in italiano e in inglese su apposita modulistica predisposta dal Ministero».

(art. 4, comma 1)

2. PRIN 2015 (Decreto Direttoriale del 4 novembre 2015, n. 2488)
Firmato: Il Direttore Generale (Vincenzo Di Felice; il ministro era Stefania Giannini)

«Ogni domanda, redatta in lingua italiana o inglese, a scelta del proponente, prevede le seguenti due componenti distinte:

  • Il modulo amministrativo (parte A)
  • La proposta di ricerca (parte B )».

(art. 4, comma 2)

«Ogni Comitato di Selezione è nominato dal MIUR […]. Per la valutazione dei progetti i CdS si avvalgono di revisori esterni anonimi (in numero di tre per ogni progetto), selezionati dall’albo di esperti scientifici del MIUR (REPRISE), che operano in maniera indipendente, scelti dagli stessi CdS nell’ambito della comunità scientifica internazionale di riferimento, secondo il criterio della competenza scientifica.

(art. 5, comma 2)

3. PRIN 2017 (Decreto Direttoriale del 27 dicembre 2017, n. 3728)
Firmato: Il Direttore Generale (Vincenzo Di Felice)

«La domanda è redatta in lingua inglese; a scelta del proponente, può essere fornita anche una ulteriore versione in lingua italiana. La domanda prevede due componenti distinte:

  • il modulo amministrativo (parte A)
  • la proposta di ricerca (parte B)».

(art. 4, comma 2)

«Per ciascun settore, il rispettivo CdS è nominato dal MIUR e formato da almeno cinque esperti scientifici […] scelti in base alla comprovata e specifica competenza».

(art 5, comma 2)

«Nella seconda fase i CdS si avvalgono di revisori esterni anonimi (in numero di tre per ogni progetto), selezionati dall’albo REPRISE. I revisori esterni operano in maniera indipendente e sono scelti dai CdS nell’ambito della comunità scientifica internazionale di riferimento, secondo il criterio della competenza scientifica».

(art. 5, comma 3)

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