Sono finalmente tornati nelle loro case. Carla Minotta è rientrata il 27 dicembre. A Rossella Gengi era toccato un po’ prima, il 31 ottobre. Valerio Parente e Lucio Ruggero avevano rimesso piede nella loro abitazione rispettivamente lo scorso 13 e 6 ottobre. Costantino Varlo il 19 luglio e Noemi Samisi il 5 maggio. Terremotati fortunati, verrebbe da dire, visto che solo il 40 per cento degli abitanti del Centro Italia colpiti dalle scosse del 2016 hanno ricevuto una casetta. Oppure forse si riferivano a un altro sisma, quello dell’Emilia-Romagna, visto che sono di nuovo sotto il tetto accogliente della propria casa, dopo “oltre 5 anni”.

“È una notte speciale x me perché stanotte dopo oltre 5 anni dal sisma dormo x la prima volta a casa mia. E mi andava di condividerlo con voi”. Un messaggio bellissimo, identico a quello di Rossella e gli altri. Tutto molto commovente, in grado di ricevere nel caso di Carla Minotta oltre mille retweet. Ma tutto falso. Né Carla né Rossella, nemmeno Valerio e Lucio, Costantino e Noemi esistano. Sono “fake bot” e spacciano fake news su Twitter sulla pelle dei terremotati che una casa l’aspettano davvero e ancora non l’hanno ricevuta, nonostante le rassicurazioni del governo. E quando la loro propaganda – chissà in nome di chi – è stata smascherata, sono tutti scomparsi dal social network. I loro profili falsi, diverse decine, non esistono più. Irraggiungibili da venerdì pomeriggio.

Nel frattempo migliaia di utenti di Twitter hanno creduto che la storia fosse vera: nelle fredde notti invernali del 2017, finalmente, i terremotati italiani hanno di nuovo un letto comodo, un tetto stabile e un’abitazione da far diventare casa. In tempi di grandi battaglie sulle fake news, quelle che tirerebbero la volata ai populisti, nessun politico tra quelli che hanno dichiarato guerra alle bufale (e giura che potrebbero influenzare le elezioni) ha rilanciato la notizia di Giornalettismo, il primo ad occuparsi della vicenda: tutto falso, non ci sono centinaia di famiglie colpite dal sisma rientrate nella loro casa.

L’unico ad insorgere è stato Antonello Loreto, “Ammiraglio” su Twitter, che quel messaggio lo aveva scritto davvero. Era il 23 luglio 2014 e il ragazzo aquilano rientrava davvero nella sua casa a cinque anni dal sisma che colpì il capoluogo abruzzese. Poi nel corso del tempo, almeno quindici volte nell’ultimo anno, il messaggio è stato replicato in automatico dai profili falsi che si sono impossessati della sua storia. Loreto ha scritto a Twitter chiedendo di fermare gli account: “Mi fa impressione – ha detto al quotidiano La Verità – che si possa speculare su una cosa di questo tipo. Se chi fa queste cose avesse vissuto la situazione di un terremotato, forse non sarebbe così tranquillo”.

Di certo fa il gioco di qualcuno (e di certo il “gioco” va a beneficio di chi della ricostruzione deve occuparsi, cioè il governo), ma è impossibile risalire esattamente a chi, ancor più ora che i profili sono stati cancellati. E i fake bot in questione il gioco lo hanno anche fatto bene. Perché se da un lato alcuni aspetti dei loro account – l’alto numero di follower, anche fino a 20mila utenti, e la scarsissima interazione con gli altri utenti – potevano lasciar intendere che si trattasse di ‘robot’; dall’altro la loro attività non è mai stata martellante in chiave politica. Così il “giochino” è passato inosservato quando è stato attivato: vuoi vedere che tra una citazione di Oscar Wilde e una frase sul sole splendente, quel follower era davvero un terremotato in attesa di un ritorno alla vita normale? Chissà da quale manina sono stati armati. Chissà in nome e per conto di chi twittavano allegri, da nuove case inesistenti, Carla Minotta e gli altri falsi terremotati distorcendo la percezione di quanto la maggioranza e il governo sono finora riusciti a fare per gli abitanti del Centro Italia e le popolazioni colpite dai precedenti terremoti.

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