Si è chiuso il cerchio dopo tre scioglimenti per mafia. In manette sono finiti anche l’ex sindaco di Taurianova (Reggio Calabria) Domenico Romeo, accusato di concorso esterno con la ‘ndrangheta, suo fratello e l’ex assessore Francesco Sposato. L’operazione “Terramara-Closed” è scattata stanotte quando carabinieri, polizia e guardia di finanza hanno arrestato 48 persone. Su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, il giudice per le indagini preliminari ha disposto 44 misure cautelari in carcere e 4 arresti domiciliari. Sono state stroncate le cosche Avignone, Zagari, Fazzalari e Viola cui sono collegati, con autonomia funzionale, i gruppi Sposato, Tallarida e Maio-Cianci.

La Procura ha contestato agli indagati i reati di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, trasferimento fraudolento di valori, procurata inosservanza di pena e porto illegale di armi. L’inchiesta ha consentito ai magistrati di ricostruire la rete di protezione del boss Ernesto Fazzalari, latitante per oltre 20 anni e arrestato dai carabinieri nel giugno 2016. Anche a lui oggi è stata notificata in carcere l’ordinanza di custodia cautelare emessa dai gip.

Carabinieri, polizia e guardia di finanza sono riusciti a ricostruire gli assetti delle varie cosche mafiose protagoniste negli anni ’80 e ’90 di una sanguinosa faida. Erano gli anni in cui la cittadina di Taurianova era diventata il teatro di una delle più sanguinose guerre di ‘ndrangheta dove in piazza i boss tagliavano le teste per poi utilizzarle per il tiro al bersaglio. Ma erano anche gli anni del rais della Dc “Ciccio Mazzetta”, all’anagrafe Francesco Macrì, ex presidente della locale Usl e fedelissimo di Riccardo Misasi e Ludovico Ligato. Era lui, finché era vivo, il padrone di Taurianova. Un pluripregiudicato che dettava le regole anche alla ‘ndrangheta e che, prima di finire in carcere, ha conosciuto 17 mesi di latitanza trascorsi comodamente in una villa al mare a Riace. A Ciccio Mazzetta piaceva definirsi “l’uomo della Provvidenza”. Distribuiva, secondo gli inquirenti, favori in cambio di voti. Decideva lui chi doveva lavorare e chi no.

Ritornando all’inchiesta “Terramara-Closed”, gli inquirenti hanno documentato le intimidazioni, i danneggiamenti e le estorsioni messi in atto dagli affiliati alle cosche. Nel palazzo del Comune di Taurianova, la ‘ndrangheta era di casa e si era infiltrata nel settore degli appalti per la realizzazione di opere pubbliche. Non solo: i clan riuscivano pure a condizionare il settore dell’edilizia e quello alimentare, le intermediazioni immobiliari, le produzioni serricole e si erano inseriti nel campo delle energie rinnovabili. Elementi che, in parte, erano già emersi nelle relazioni della prefettura che hanno portato allo scioglimento per tre volte del Comune di Taurianova.

Imparentato con la famiglia Avignone, l’ex sindaco Domenico Romeo ha subito lo scioglimento del comune per mafia due volte in quattro anni. Nella prima giunta aveva nominato Francesco Sposato assessore allo Sport, turismo e spettacolo. Quest’ultimo, appartenente alla cosca Zagari-Viola-Fazzalari, secondo gli investigatori, aveva il compito di far acquisire il controllo degli appalti pubblici di Taurianova alla famiglia di appartenenza.

Stando alle indagini, i rapporti tra il sindaco Romeo e l’assessore Sposato si sono interrotti durante la seconda consiliatura quando l’esponente di giunta, diventato semplice consigliere di minoranza, vide il suo sodale opporsi alla realizzazione del progetto imprenditoriale della famiglia Sposato, finalizzato all’acquisizione del controllo e gestione del cimitero di Iatrinoli di Taurianova. Oggi sono state eseguite anche numerose perquisizioni e un sequestro di beni per 25 milioni di euro.

“Adesso si ha una visione più chiara di Taurianova. – è il commento del procuratore vicario di Reggio Gaetano Paci (nella foto) – Quest’operazione serve a capire quello che è successo dopo la faida di Taurianova, quali nuovi equilibri dopo gli anni novanta si sono radicati. Abbiamo un panorama amplissimo delle modalità di condizionamento della ‘ndrangheta che hanno riguardato non solo l’economia ma ci sono vicende che riguardano la gestione dell’attività amministrativa e il condizionamento della politica”.

AGGIORNAMENTO

“Antonio e Domenico Romeo sono stati assolti in via definitiva da tutti i reati a loro ascritti, con formula piena “perché il fatto non sussiste”

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