Molti problemi di ritardi burocratici, ma anche strategie per guadagnare tempo di genitori contrari all’obbligo vaccinale. Da Milano a Roma, passando per Udine, nelle scuole dell’infanzia sta succedendo quello che in molti avevano temuto dopo la traduzione in legge del decreto del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sui vaccini obbligatori. Nel capoluogo lombardo, scrive il Corriere della Sera, un padre ha chiamato i carabinieri per far entrare il figlio a scuola senza i documenti sulle vaccinazioni, ma il bambino non è stato ammesso. Altri genitori si sono presentati con i legali e in molti hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Lo schema sembra essere sempre lo stesso, quello suggerito da molti attivisti no vax su Facebook: arrivare senza documenti invocando una questione di privacy e poi chiamare i carabinieri, come successo anche in un caso a Udine. Dalla Capitale invece arriva la denuncia di Donatella Gentilini, preside dell’istituto comprensivo di via Aretusa, che parla di “97 alunni non in regola su 263″, ma non per “questioni di principio, solo di ritardo”.

Il ministro Lorenzin minimizza la situazione: “Tra il caos e i singoli episodi c’è una bella differenza”, ha dichiarato. “Nella fase preparatoria di questi giorni non abbiamo avuto segnalazioni particolari. Dove ne abbiamo avute siamo intervenuti subito, anche parlando con le singole Asl e con la collaborazione da parte del Miur. Ad oggi non abbiamo avuto situazioni di particolare stress“, sostiene il ministro della Salute. “Per qualsiasi genitore che volesse mettersi in regola rispetto alla prenotazione della vaccinazione, abbiamo offerto tutti gli strumenti necessari“, ribadisce poi Lorenzin.

Milano e Roma – “Siamo obiettori, non firmeremo mai dei documenti per vaccinare nostro figlio”, ha dichiarato un uomo al Corriere della Sera. Suo figlio non è stato ammesso nell’istituto di via Goldoni, a due passi da Porta Venezia. Non è l’unico caso di genitore obiettore, e non è l’unico bambino a non essere in regola. Secondo il quotidiano, su 33mila iscritti ai nidi e alle materne, oltre 3mila non hanno presentato i certificati: sono circa il 10%. In totale, comunica Palazzo Marino, 19 bambini martedì sono rimasti fuori da asili nido o scuole d’infanzia del Comune perché non in regola con la legge che prevede l’obbligo vaccinale. Le indicazioni del gruppo “Genitori del no obbligo per la Lombardia” erano di presentare a scuola la richiesta di appuntamento per vaccinare i figli come consente la legge e di rinviare il problema alle prossime settimane, ma qualcuno ha deciso di arrivare senza documenti e sperare di forzare l’ingresso a scuola. Diverso il caso dell’istituto romano di via Aretusa, dove “il 15% del totale degli iscritti non è ancora in regola”. Lo racconta la preside, spiegando però che per ora “non ci sono state questioni di principio, ma solo di ritardo. La definirei sciatteria intellettuale – ha aggiunto – nel senso che non si è data la dovuta importanza alla scadenza fissata per lunedì”.

Il caso di Udine –  Lunedì a Latisana, in provincia di Udine, una mamma ha portato la figlia all’asilo senza i documenti della vaccinazione e, richiamata dai dirigenti della scuola perché non in regola con quanto previsto dalla legge sull’obbligo dei vaccini, ha chiamato i carabinieri. La bimba è stata regolarmente accolta all’asilo questa mattina, dopo che il legale della famiglia ha presentato la cartolina di invio della raccomandata con cui la mamma ha chiesto un appuntamento all’azienda sanitaria. La donna ha spiegato di essere intenzionata a vaccinare la figlia, ma di non voler consegnare l’autocertificazione “per una questione di privacy”. Sul suo profilo Facebook ha scritto: “Il documento non è assolutamente conforme ai fini della legge – si legge – rifiuto quindi di firmare. Chiedo che i dati personali vengano trattati solo dal dirigente scolastico, come autorizzato dal Garante della Privacy”.

“La legge sui vaccini prevede diverse opzioni – scrive la mamma in un post – ovvero la presentazione di una dichiarazione in cui si indica quali vaccinazioni sono state effettuate, esonero, omissione o copia della richiesta di appuntamento presso l’Asl per la vaccinazione. Pertanto, io che non ho vaccinato allego copia di raccomandata all’Asl. Venerdì vengo diffidata dal portare mia figlia in asilo in quanto non ho compilato e firmato una dichiarazione imposta dalla Regione Friuli Venezia Giulia“, racconta poi la donna. Diversa la versione del sindaco di Latisana, Daniele Galizio, interpellato dall’Ansa: “Avevamo spiegato alla signora che aveva prodotto solo una lettera senza prova dell’invio di una raccomandata, di una pec o di un numero di protocollo”. La questione si è risolta quindi con l’invio della raccomandata da parte dell’avvocato: “A quel punto c’erano gli elementi per accogliere la bambina all’asilo”, ha spiegato il primo cittadino.

La normativa prevede infatti che sia firmata l’autocertificazione di avvenute vaccinazioni o prodotta la prova di aver chiesto un appuntamento all’azienda sanitaria. Nonostante il richiamo dell’istituto avvenuto venerdì, come conferma la stessa mamma su Fb, la donna ha portato lunedì la figlia a scuola senza firmare il documento. Dopo l’intervento dei carabinieri, la bambina era stata comunque ammessa “con riserva” per un solo giorno.  “Di sicuro l’asilo si è comportato in modo corretto, non poteva fare altrimenti perché ha delle responsabilità – ha aggiunto il sindaco Galizio – la bambina non è stata trattata male né allontanata, lunedì è rimasta in asilo fino alle 13 in attesa che si delineasse la situazione”.

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