È stata chiesta l’archiviazione del procedimento sulla morte del killer di Berlino Anis Amri, ucciso da due agenti di polizia in una sparatoria a Sesto San Giovanni la notte tra il 22 e 23 dicembre scorso. Secondo la Procura di Monza infatti i due poliziotti si trovavano in una “evidente” condizione di legittima difesa, avendo aperto il fuoco solo dopo che il tunisino aveva estratto la pistola e ferito uno dei due. I pm diretti da Luisa Zanetti non avevano iscritto nel registro degli indagati i due poliziotti e il fascicolo era rimasto a Modello 45, ovvero relativo ad atti non costituenti notizia di reato.

Il 24enne tunisino era ricercato in tutta Europa per l‘attentato contro i mercatini di Natale a Berlino, dove con un tir è piombato ad alta velocità tra la folla provocando la morte di 12 persone e ferendone 48. In fuga subito dopo lo schianto, Amri era riuscito a raggiungere l’Italia fermandosi prima per nella stazione Centrale di Milano e poi in quella di Sesto San Giovanni dove venne fermato per un controllo di routine intorno alle 3 di notte dai poliziotti. Gli agenti gli chiesero i documenti e di tirar fuori gli oggetti che aveva nello zainetto. Ma Amri, che aveva dichiarato di essere di Reggio Calabria, impugnò la calibro 22 e colpì un agente, Christian Movio, 36 anni. Quindi l’altro agente, Luca Scatà, 29 anni, rispose ai colpi uccidendo Amri.

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