ORECCHIE di Alessandro Aronadio. Con Daniele Parisi, Silvia D’Amico, Pamela Villoresi. Italia 2016. Durata: 87’. Voto 3/5 (DT)
“Lui”, professore precario di filosofia, si alza la mattina e sente un fastidioso sibilo alle orecchie. Prima di provare a consultare un medico, e a raggiungere un ospedale, l’uomo trova un post it sul frigorifero lasciato dalla fidanzata su cui sono scritte le indicazioni della chiesa in cui si svolgeranno i funerali del suo amico Luigi. Solo che il protagonista, questo Luigi, non sa proprio chi sia. Bianco e nero più formato 4/3, Orecchie è un composto delirio comico surreale, irresistibile ed incredibilmente divertente, almeno nella prima metà di film, in cui la risata nasce sincera dal senso dell’assurdo di gag e situazioni in crescendo, concatenate in modo che la fine di una scena non comporti mai una soluzione ma che si crei una specie di caotico e insormontabile accumulo di ostacoli e incomprensioni.
Difficoltà oggettive del quotidiano (bancomat cancellato, rigidità dei medici, madre distratta) spingono il protagonista senza nome a misurarsi più o meno volontariamente con un “male di vivere” che viene messo in scena come fosse un processo identificativo con lo spettatore, quasi per liberarsene ed uscirne. Secondo film di Aronadio, dopo l’ottimo Due vite per caso (2010), opera chiaramente low budget ma con una particolare omogeneità nella cura e fusione di dialogo e messa in scena. Daniele Parisi è semplicemente perfetto in questa sua miscela fisico-verbale laconica e mai sbracata della normale sfortuna.
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