Laici contro cattolici, presidi che si oppongono al rito durante le lezioni e capi d’istituto che accettano la giustifica con scritto: “Partecipazione alla celebrazione con il Vescovo”. La messa d’inizio anno scolastico torna a dividere. In particolare in due casi, a Pordenone e a Imola. Alessandro Ciriani, sindaco della città del Friuli Venezia Giulia, su carta intestata del Comune ha invitato istituti pubblici e famiglie a partecipare alla “cerimonia di avvio anno scolastico”, officiata dal vescovo fuori orario scolastico. Nella cittadina in provincia di Bologna, invece, è stata la circolare della preside Vanna Maria Monducci dell’istituto Alberghetti ad accendere le polemiche, che ha invitato gli studenti a partecipare liberamente alla funzione e poi a rientrare in classe.

Il caso di Pordenone è esploso con l’invito rivolto a scuole e famiglie stampato dal Comune a firma del primo cittadino e del consigliere delegato all’istruzione, Alessandro Basso, preside dell’istituto tecnico di Sacile. “Siamo lieti di invitare la S.V.alla cerimonia d’inizio ano scolastico che si terrà giovedì 29 settembre alle 18 nella chiesa Sacro Cuore di Pordenone – ha scritto -. La Santa Messa sarà celebrata dal vescovo Monsignor Giuseppe Pellegrini”. Una scelta che non è piaciuta a tanti genitori e agli insegnanti più laici, tra cui Sonia D’Aniello, ex consigliere comunale del Partito Democratico. “Perché la messa per l’apertura dell’anno della scuola pubblica? La possono fare nella scuola parificata”, ha detto D’Aniello. Anche Daniela Giust, segretaria del circolo Pd ha attaccato il sindaco: “Che sia l’amministrazione comunale ad inaugurare l’anno scolastico in chiesa è un gesto fuori dal tempo”. Per il sindacalista Cgil Giuseppe Mancaniello sarebbe stato meglio invece “un avvio dell’anno scolastico in Comune o nella sala della Provincia“. Polemiche rispedite al mittente dal sindaco che ritiene il suo gesto un atto di libertà e dal vescovo che al Messaggero Veneto ha detto: “Non capisco queste contrapposizioni e la volontà di polemizzare sempre e comunque”.

Altro caso a Imola, dove in una circolare destinata agli studenti e ai loro genitori la preside ha scritto: “In occasione dell’inizio del corrente anno scolastico sabato 9 ottobre alle ore otto in cattedrale il vescovo monsignor Tommaso Ghirelli celebrerà la messa. Si comunica a tutti gli allievi dell’istituto che desiderano partecipare alla Santa Messa che possono recarsi autonomamente in cattedrale e, una volta terminata la celebrazione, recarsi a scuola giustificando l’ingresso in ritardo”. A protestare contro la scelta è intervenuta l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti. Il suo rappresentante a Imola, Roberto Vuilleumier, ha scritto una lettera alla preside e al dirigente provinciale dell’ufficio scolastico ricordando loro che “la programmazione di atti di culto è consentita solo al di fuori dell’orario delle lezioni”.

Dal canto suo la preside Monducci spiega: “La circolare era solo una comunicazione. Ovviamente non è un’autorizzazione, i ragazzi possono, se vogliono, andare a messa; quando è finita tornano a scuola. Chi non ci va viene a far lezione. Ogni tipo di assenza viene trattato allo stesso modo. Non dirò mai se sono a favore o meno della messa d’inizio anno: è una questione personale. Se gli studenti vengono a scuola in ritardo vengono meno ad un’ora di lezione, per cui non autorizzo ma comunico. Le mie parole non vanno fraintese. Se vogliono fare un’ora d’assenza dev’essere considerata tale. Mi attengo alla norma”. Intanto la circolare è sparita dal sito della scuola. “Stanno fuori tre giorni – ha detto Monducci, riferendosi alle comunicazioni della scuola pubblicate online -, una volta data l’informativa non vedo perché dovrebbero restare sul sito”. Peccato che guardando bene la pagina dell’Alberghetti si trovino circolari datate 29 agosto.

Ma le ragioni della preside non convincono Vuilleumier. “Quella circolare ha un solo significato – ha detto -. Ragazzi, non preoccupatevi, potete giustificarvi. A questo punto un islamico che va in moschea lo può fare e farsi giustificare? La messa poteva essere fatta fuori dall’orario scolastico. Con questa circolare si riconosce ai cattolici un monte ore differente oltre al fatto che chi non crede non si può giustificare”.

A smorzare i toni ci prova Gioele Anni, segretario nazionale del Movimento degli studenti di Azione Cattolica: “Non ci vedo nulla di male che una messa sia in orario scolastico e che un’istituzione come il Comune o la scuola inviti i genitori a partecipare nella libertà consentita a tutti. Andare a messa non danneggia nessuno. Obbligare le persone a partecipare ad una celebrazione è andare oltre i propri compiti, ma inviti fatti in questo modo non li trovo sbagliati: il fatto di affidare l’anno scolastico alla preghiera è riconosciuto come un atto che non lede le sensibilità di nessuno. Non ci vedo nulla di male che la scuola giustifichi anche un ragazzo islamico che in particolari periodi dell’anno si reca in moschea per una funzione religiosa”.

Una posizione diversa da quella della preside delle scuole Milani di Domodossola che, con un taglio netto alle tradizioni, al suono della prima campanella ha deciso di non consentire alcun rito durante l’orario scolastico. La dirigente, cattolica e praticante, ha fatto questa scelta consapevole di dirigere una scuola laica. Una decisione che non è piaciuta alla Lega Nord, che ha attaccato la preside.

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